Ma allora parlare con qualcuno e spiegargli perché sta sbagliando o perché è nel giusto a cosa serve? (non ho intenzione in questo post di esprimermi con precisione) In fondo se tutto ciò che pensa è dovuto da una scarica di neuroni fisicamente determinati, che impatto potrà mai avere l'aria che io butto dalla mia bocca?
Questo ragionamento confonde due livelli: il primo è quello nelle quali le persone sono libere (cioè, ingenuamente, credono di scegliere cosa vogliono), livello accettabilissimo quando ci troviamo in una situazione comune. L'altro è quello del determinismo, livello inattaccabile se guardiamo dai neuroni in giù.
E quindi, così come chi ti sta di fronte e ascolta il tuo ragionamento non è libero di scegliere come i suoi neuroni scaricheranno, allo stesso modo chi parla (tu) non è libero di scegliere come i propri neuroni scaricheranno e muoveranno la propria bocca.
Quindi, se vediamo tutto da un certo livello, ciò che noi liberamente diciamo verrà liberamente assimilato da chi si ascolta.
A livello più microscopico, invece, i pattern di scarica neuronali del nostro cervello causano un pattern di scarica neuronale in altri cervelli.
L'immagine migliore che trovo per descrivere questo processo è pensare che gli altri siano dei neuroni giganteschi che scarichino direttamente nei nostri cervelli, causando modificazioni più o meno rilevanti.
Oppure, se vogliamo osservare le persone ma guardarle dal punto di vista neuronale (e cioè, contemporaneamente concentrarci su due livelli), ecco qui:

Quindi, semplificando, così interagiamo liberamente.
(credo che il nocciolo di quest'idea sia di Hofstadter, mutuata dal suo "Anelli nell'Io")
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