sabato 3 gennaio 2009

DIO SANTO MA ALLORA ?! + due racconti

Questo post serve per informarvi che i miei progressi sulla comprensione della coscienza continuano a fare brillanti e deprimenti passi indietro. Più studio l'argomento più mi sembra che l'argomento si scomponga in pezzi sempre più piccoli e sempre più difficili da decifrare. Spero di riuscire a produrre qualcosa entro la tesi di laurea, però. Il problema è che il cervello sembra essere stato sviluppato da un programmatore del tipo di quelli come lo ero io durante le superiori: funziona tutto, ma se qualcuno ficcasse il naso nel codice non ci capirebbe nulla, perché è frutto di toppe su toppe su toppe. In pratica l'evoluzione, che come sappiamo non ci vede assai bene, ha fatto un gran casino e, come un programmatore di serie b, impedisce a qualsiasi altra persona di lavorarci sopra o almeno di vederci chiaro. Secondo me Dio l'avrebbe fatto meglio.

Questa mi sembra la definizione che descrive meglio la complessità del cervello/mente.

Nel frattempo vi consiglierei di leggere Infinite Jest, che ho trovato particolarmente meritevole (non c'entra nulla con la mente/cervello e coscienza, comunque).

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DUE RACCONTI
di sfuggita: tempo fa ho fatto un sogno che conteneva due racconti. Nel primo racconto io e un mio amico tornavamo indietro nel tempo, nel 1960 circa; l'idea iniziale di vantarci delle nostre conoscenze superiori svanì quando capimmo (ben presto) che non sapevamo quasi niente, neanche come funziona una lampadina, per dire, una cosa che ci appare così banale ecc., quindi vantarci di sapere usare cose come i computer di oggi ci sembrò essere troppo ridicolo e smettemmo di sentirci superiori.* Il secondo racconto non lo ricordai, ma mi sembrò davvero bello (o forse non l'ho mai sognato, e ho sognato il ricordo di un racconto davvero bello. O forse ho sognato il ricordo di un ricordo, bla bla).

*nella scena madre di questo racconto io e il mio socio del mio presente, del futuro del periodo in cui siamo nel racconto-sogno (cioè nel futuro del 1960, presente dell'inizio XXI secolo)**, siamo in un pick nick molto gradevole sull'erba, insieme ad alcuni indigeni-temporali. Il mio amico propone di raccontare la nostra spazio-tempo-storia ai nostri amici, ma io fraintendo e mi alzo in piedi e richiamo l'attenzione e dico a tutti, amici e sconosciuti, che veniamo dal futuro, ma questo non sembra avere ripercussioni particolari nel continuum...

**noto che esprimere un concetto come questo risulta difficile. Di certo l'uomo non si trova spesso a doverlo fare, nel senso che non è un carattere adattativo, o almeno non abbastanza adattativo, per questo non è stato evoluzionisticamente favorito un termine che indicasse tutte queste cose. Di cosa stavo parlando?

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