martedì 26 maggio 2009

così, tanto per variare, tanto per rendervi partecipi dei miei studi, sempre interessanti e pieni di fascino, ma di cui parlo tanto poco, così poco...

Il fenomeno di "sentirsi al di sopra della media" è così umano da far sorridere. Sembra radicata nell'uomo questa sensazione non solo di essere speciale, ma di essere "al di sopra della media". Ciò è una di quelle impossibilità impossibili: se tutti fossimo davvero al di sopra della media... un attimo, non possiamo TUTTI essere al di sopra della media, altrimenti saremo noi la media (uhm).
D'altronde è vero che possiamo essere quasi tutti al di sopra della media, ma questo al prezzo di trovare qualcuno così stupido, così stupido, così stupido... da riequilibrare tutto ...uhm, improbabile.

Perché dunque pensiamo di essere al di sopra della media? Ho 4 ragioni

  1. gli altri in genere ci fanno i complimenti e si tengono le offese per sé. Questo permette a tutti di ascoltare spesso complimenti sui loro pregi e ignorare offese sui loro difetti. Questo ci fa credere che non abbiamo difetti, visto che "nessuno li nota".

  2. forse siamo davvero al di sopra della media, ma.. riguardo cosa? Probabilmente ci giudichiamo in base al parametro che ci fa più comodo. Io sono al di sopra della media come persone che scrive minchiate utilizzando il computer di casa mia. Lo sono davvero!

  3. alcuni si ritengono fortissimi in compiti cui bravura può essere valutata oggettivamente. Chi si ritiene molto al di sopra della media ha un punteggio AL DI SOTTO della media.* Questo può essere spiegato con una sola parola: l'incompetenza. Chi si reputa molto forte probabilmente non si riesce a giudicare bene perché è solo molto ignorante

  4. questo è interessante: vizio di attribuzione a nostro favore. Quando facciamo qualche cazzata la colpa è della situazione , quando facciamo quache cosa brillante dipende dal nostro genio. Questo ci permette di prenderci i meriti e tralasciare i difetti. Furbo...

A parte il punto 1, gli altri sono tutti più o meno verificati sperimentalmente. Non riporterò qui nessuna di queste verifiche, ora.
Le informazioni sono tratte dalla mia testa, che le ha lette in una gaia giornata di Aprile sul Peter Gray - Psicologia.

*in maniera simpatica, chi si ritiene leggermente al di sotto della media ha un punteggio superiore


n.benissimo: questo è in realtà un fenomeno culturale. I cinesi si ritengono mediamente nella media, giustamente.



dio santo, sono da solo! Aiuto!

sabato 23 maggio 2009

"Sono andato contro una delle vostre leggi"

"le leggi sono fatte per essere infrante", questa frase così abusata... forse l'interpretazione comune è scorretta, o almeno non univoca. In genere viene pensata in bocca ad un giovane ribelle, che vuole ottenere qualcosa di illegale. Proviamo ad immaginarla pronunciata invece da un politico, per un motivo...[leggere il testo]. Ora ha decisamente una luce diversa, più scura.


------------
"Ma, dopo tutto, sono andato contro una delle vostre leggi."
"Be', per che cosa pensa che siano state create? [...] Pensa davvero che abbiamo creato quelle leggi perché venissero rispettate?" disse. "Noi vogliamo che vengano infrante. Si metta in testa che lei non si trova di contro a un gruppo di ragazzini... e allora capirà che questi non sono i tempi dei bei gesti. Noi miravamo al potere. Voi eravate degli attaccabrighe, ma sapevamo come domarvi, perciò avreste fatto meglio a stare attenti. Non c'è modo di governare degli uomini innocenti. L'unica forza di cui dispone un governo è di dare stangate ai criminali. Ebbene, quando non ci sono abbastanza criminali, se ne creano. Si dichiarano crimini tante cose che diventa impossibili per un uomo vivere senza infrangere una legge. Chi vuole una nazione di cittadini ossequienti? A che servirebbero? Ma basta approvare una serie di leggi che non possono né essere rispettate né interpretate oggettivamente... e si crea una nazione di gente che infrange le leggi... per poterla prendere in trappola. Questo è il sistema, signor Readen, questo è il gioco, e una volta che l'avrà imparato, sarà molto più facile trattare con lei".

(La rivolta di Atlante - L'uomo che apparteneva alla terra - A. Rand)

giovedì 14 maggio 2009

(scandite bene le parole...)

"

L'io è opaco,
mi resiste, mi fa difficoltà.
E' un estraneo.

"

(...come Aldo Masullo)

domenica 10 maggio 2009

¿Votare o non votare?

Un mio amico afferma con convinzione: "è sciocco non votare, perché non votando si fa in modo che gli altri decidano anche per te".
Un anarchico potrebbe dire: "non dovremmo votare, perché votando contribuiamo al meccanismo che odiamo".

Sono entrambe affermazioni abbastanza sensate, ma non necessariamente corrette. La prima la si sente tanto frequentemente che necessita una distruzione senza pietà. La seconda deve essere trattata con più delicatezza.

IL DIRITTO AD ASTENERSI

>Dopo una dura battaglia gli Inglesi vengono catturati e portati nel campo Tedesco. Questi ultimi stanno decidendo in che modo uccidere i nemici e dopo un po' emergono due alternative, ad esempio "impiccarli" o "sparare a loro". I Tedeschi, da brave persone quali sono, decidono di metterla ai voti. Ovviamente le alternative sono solo tra "impiccarli" o "sparare a loro", e la scelta avverà per maggioranza.
Ebbene, è così assurdo che un Tedesco, dopo profonde meditazioni, decida di non votare? Io lo trovo comprensibile e molto umano. L'astenuto è consapevole che il suo non voto non cambierà nulla, eppure sente che per lui vale di più non votare che prendere parte ad una scelta comunque sbagliata. Questo perché non votando si sentirà, per un motivo forse (e solo forse) irrazionale, una persona migliore.

[diverso sarebbe stato se tra le scelte dei Tedeschi ci fosse stato "Nessuna uccisione"; tra l'altro neanche nelle liste di voto c'è la scelta "Nessun governo"]
[un altro motivo per l'astensione è che "non mi cambia nulla". In questo caso non ci sarebbe alcuna differenza tra il votare o l'astenersi, a parte lo sforzo stesso del votare [alzare una mano o recarsi al seggio] che potrebbe far propendere per l'astensione]

IL DIRITTO AL VOTO
Alcuni pensano che lo stato sia una "forma di coercizione leggittimata". Anche io lo penso. Proprio per questo, alcuni che pensano che lo stato sia una "forma di coercizione leggittimata" pensano di conseguenza che non ci si dovrebbe "sporcar le mani" e votare uno o quell'altro bandito. Neanche ciò è corretto, anche se non è nemmeno del tutto sbagliato.

>Dopo una dura battaglia gli Inglesi vengono catturati e portati nel campo Tedesco. Questi ultimi stanno decidendo in che modo uccidere i nemici e dopo un po' di discussione rimangono due alternative, e cioè "ucciderli in fretta" o "torturarli facendoli soffrire". I Tedeschi, da brave persone quali sono, decidono di metterla ai voti. Ovviamente le alternative sono solo tra "ucciderli in fretta" o "torturarli facendoli soffrire", e la scelta avverà per maggioranza.

Ebbene, è così assurdo che un Tedesco, che ripugna ciò che i suoi compari stanno facendo, decida comunque di votare e di votare la scelta per lui meno malvagia? Non mi sembra così assurdo.
E' vero che il soldato Tedesco che vota "contribuirà" alla morte degli Inglesi? No, perché se il Tedesco non voterà, gli Inglesi verrano comunque uccisi; se vota, gli Inglesi non verranno uccisi "di più". L'unica cosa che fa è spostare la scelta da una conseguenza che ritiene ingiusta ad una che ritiene ingiusta e malvagia, contribuendo a questa scelta, ma non a quella "morte/vita".
E' vero, [per alcuni] tutti i partiti presenti sulle liste di voto sono intrinsecamente dannosi. Lo scopo del voto diventa dunque quello di limitare i danni.

(se vogliamo, limitare l'errore. Non sembra possibile evitarlo)
----


[più che diritti a fare questo o quello, sono "argomentazioni che giustificano" l'azione di "voto" o "astensione". Non so cos'è un "diritto"]
[si potrebbe obiettare che questi esempi propongano solo un voto nel quale la scelta non ricada su tutta la società ma su un individuo esterno al gruppo. Non è un problema. Possiamo pensare che i Tedeschi stiano votando qualcosa del tipo "che tipo di pena infliggere ai nemici o ai disertori?" In effetti in questo modo è come se votassero (o si astenessero) per qualcosa che potrebbe riguardare anche loro direttamente e non solo il povero Inglese. Il resto delle argomentazioni rimane immodificato]

venerdì 8 maggio 2009

repubblica mi fa sentire un ragazzino

ovvero una cosa veloce e magari snob

http://www.repubblica.it/2009/05/sezioni/politica/berlusconi-divorzio/premier-e-annozero/premier-e-annozero.html

quando dice: "Comunque. Va in onda il processo a Silvio."

Comunque punto. Va in on...

mi sembra di star leggendo una quindicenne.

mercoledì 6 maggio 2009

ho avuto il pensiero di avere una visione

L'uomo entrò nella cella, ovviamente buia e opprimente. Il poveretto giaceva su una specie di materasso (un giorno fu bianco), catene ai polsi attaccate ai muri, diverse ferite un po' ovunque, barba incolta e nudo come un vermaccio.
Il torturatore gli si avvicino e lo punzecchiò con un ferrò appuntito. Il torturato si dimenò il più possibile, fino a ritrovarsi in una posizione assurda, un po' come quella che assumono quelli che si buttano da un palazzo, quando li ricalcano con il gesso. Era una posizione molto buffa.
In quel momento l'uomo con il ferro notò quella strana contorsione, si fermò e rise leggermente.
Il torturato prese coscienza che si trovava in una posizione ben strana, se la raffigurò, e rise anche lui. Come due coglioni, torturatore e torturato, si fecero una bella risata.


[da quel giorno in poi divennero grandi amici, finché il giorno dopo il torturatore non lo uccise]

fine.