martedì 16 settembre 2008

Dialoghi Sacri -> l'arte nell'era della sua riproducibilità tecnica (con una spruzzata di bianco)

Il giorno prima piovve tanto.

R si affacciava alla finestra del conservatorio mentre il Maestro e N parlavano di qualcosa. M era poco distante da loro. Sul piazzale di sotto una gigantesca pozzanghera accumulatasi a causa di un ambiguo dislivello del cemento colpì la sua attenzione. Emanava tantissimi colori, tutti dominati dal rosa, dal verde, dall'azzurro e... Il sole si rifletteva magnificamente, la leggera brezza scuoteva la superficie facendo oscillare le sfumature.


R: M, vieni qui.. guarda!







M: ..!!


R: ...



M: Bellissimo!





R: Gli facciamo una foto?














M: No. Che rimanga una cosa solo per noi due, solo per questo istante e mai più..




















































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sabato 13 settembre 2008

Dennett, zombie e coscienza

Questo intervento si basa su quest'altro e in particolare su una risposta ad un commento ENTJ che ci racconta l'interessante ipotesi dello zombie formulata da Dennett. Eccola:
Filosoficamente un zombie è un essere ipotetico, identico in tutto e per tutto a un essere umano, escluso il fatto che lo si suppone privo di coscienza. La domanda è: secondo voi, può esistere uno zombie? E' possibile che un organismo privo di coscienza (qualunque cosa sia) ne simuli perfettamente una, a tutti gli effetti esterni? E ancora: come potreste dimostrare che io non sono uno zombie? Come potete immaginare, gli scenari speculativi si sprecano. Detto brutalmente, alla fin fine Dennett sostiene che tutti noi in realtà siamo zombie, in quanto la coscienza sarebbe nient'altro che un'utile illusione creata nel nostro cervello dall'evoluzione.

Dopo aver letto il commento ho subito scritto alcune considerazioni che ho esitato a pubblicare per paura che mi sfuggisse qualcosa di banale. In effetti mi sembrava un po' strano che Dennett potesse presentare un "paradosso" così ehm.. povero. Riporto le mie considerazioni iniziali:



L'errore principale sta nell'ipotizzare che un essere senza coscienza possa imitare completamente i nostri comportamenti. In fondo nulla ci dice che così debba essere, e l'unico modo per rispondere affermativamente è che la coscienza non abbia nessuna funzione particolare e quindi possiamo anche ignorare la sua esistenza. Dennett postula che la coscienza non esiste e dimostra che... la coscienza non esiste!

Detto questo qualche precisazione: non sono sicuro che la coscienza esista. Credo solo che pensare di poter dimostrare una cosa tanto fondamentale utilizzando un semplice ragionamento verbale sia troppo riduttivo. In effetti alcuni dati fanno propenderepiù facilmente per quest'alternativa (la coscienza è una invenzione illusoria sviluppata per fini evoluzionistici). Potrebbe essere così, anche se il nostro sé si ribella ad ogni costo. Ma il dibattito è in corso e l'unica cosa certa è che appare molto interessante!

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Oggi avevo un po' di tempo e ho cercato qualche informazione in più, ed ecco cosa ho trovato. Qui si dice che questo paradosso è di David Chalmers che sinceramente non conoscevo e qui che proprio Dennett sembra mostrare l'inconcludenza di tale ipotesi. Sono entrambi ottimi blog che vi potrebbero interessare. Segnalo una parte interessante presa dal primo sito :
"Alla luce di queste considerazioni, l’idea di una coscienza priva di qualsiasi funzione nella vita concreta degli organismi, e in particolare dell’uomo, su cui si basa la tesi dell’indistinguibilità degli zombi dagli esseri umani, appare largamente implausibile. Infatti, se la coscienza conferisce un qualche vantaggio adattativo agli organismi che ne sono dotati, rispetto a quelli che ne sono privi, tale vantaggio deve necessariamente manifestarsi attraverso una differenza più o meno marcata nei rispettivi comportamenti. In tale prospettiva, la nozione di zombi, introdotta da Chalmers per dimostrare l’irriducibilità della coscienza, appare del tutto inconsistente perché basata sul presupposto della non rilevanza causale della coscienza. Presupposto tutto da dimostrare e anzi probabilmente falso."

Aggiungerei che, però, nessuno ci dà la certezza che l'evoluzione abbia sviluppato un carattere che chiamiamo coscienza. Certo, se l'avesse fatto sarebbe probabilmente distinguibile per le ragioni addotte, ma insomma, boh.


Infine aggiungo che la domanda principale da porre prima di iniziare qualsiasi dibattito dovrebbe essere: cosa dobbiamo intendere per coscienza? Proverò ad approfondire nei prossimi post.

per amore della scienza

Mi dispiace, ma non resisto: quando leggerete questa lettera la mia tortura sarà già finita..

finalmente...

Ho ricevuto questa mattina la comunicazione della morte di Ed Witten. Ho subito deciso: ritengo sia vergognoso che io sopravviva a lui. Di certo l'avrei fatto comunque, magari tra un po', ma adesso...

Non ce la faccio più.


In un angolo della mia mente si affaccia un pensiero, e così immagino tante persone ignoranti (COME ME) che si chiederanno, quasi ironicamente, come'è possibile togliersi la vita per una cosa del genere. E' accaduto quando è stato il turno di Glashow, il primo a rendersi conto della gravità di quella scoperta. Quando Scherk seguì il suo collega i media iniziarono a comprendere che non sarebbe stato l'ultimo (ma non capivano perché. Lo capivamo solo noi. Sarebbe stato meglio di no.. vi prego), e così dopo Susskind e Veneziano lo stupore si tramutò in attesa. Magari qualcuno avrà scommesso su chi sarà il prossimo. Sono io.


Chi non capisce il mio gesto non capisce cosa vuol dire studiare una vita intera credendo ciecamente in una teoria e LAVORANDO PER ESSA. Impiegare anni di studi, anni per formulare ipotesi, risolvere problemi terribili ed essere onorati di poter dare un contributo alla fisica dei nostri tempi. Devo dirlo: è stato bellissimo, fino al giorno dell'esperimento. Le parole di Feynman circolano nella mia testa e si illuminano: giudici della scienza non sono gli scienzati ma gli esperimenti.
perché deve essere così... ....

voglio dire: perché deve essere così?

Appena giunsero i risultati (era mattina, un bellissimo sole. Era bellissimo, così ... Io mi sono sentito morire quel giorno con quel bellissimo sole) tutti ci rendemmo conto cosa significassero per noi: avevamo sbagliato, tutto. La nostra costruzione, di cui avevamo specificato in oltre trent'anni di studi ogni minimo particolare, crollava di fronte all'evidenza dei fatti. Se la realtà e la teoria si scontrano è la teoria a cedere, per amore della verità. ALLORA D'ACCORDO!per amore della verità mi toglierò la vita,perché non mi sembra che io possa essere più utile a nulla. Non ho la forza di Schwarz: con quale coraggio si può tornare alla quantistica?come si può PENSARE di fare una cosa simile?

mi dispiace, è andata così









La mia mente è piena di inutilità

Mi ha rubato tutto: la mia volontà, la mia energia, la vita intera.



Non so niente. Non so più niente.

Sabato - mattina - ...

finalmente a salerno piove... (e tanto)

venerdì 12 settembre 2008

Crollo della mente bicamerale

J. Jaynes nel suo meraviglioso (meraviglioso!) libro Il crollo della mente bicamerale e l'origine della coscienza mi fa sapere, carezzandomi con delle argomentazioni sensuali, che la coscienza NON E':

  • memoria
  • necessaria per i concetti
  • necessaria per l'apprendimento
  • necessaria per il pensiero
  • necessaria per il ragionamento
Con ciò posso dire che quest'oggi non sono stato cosciente un minuto intero.

lunedì 8 settembre 2008

en passant

Volevo segnalare l'avventura misteriosa di un povero internauta che è entrato nel mio blog digitando queste chiavi di ricerca. La tragica storia che fa da sfondo la lascio alla vostra immaginazione. Iniziamo con:

"sto per morire?"

poi, qualche giorno dopo, la certezza del triste destino:

"sto per morire."

e infine il finale positivo con:

"non sono morto."

Sono felice per te! Davvero..

Anche se ne ho parlato solo di sfuggita, alcune visite mi sono arrivate grazie al post sull'LHC
. Tra queste, tre erano particolarmente divertenti.

Abbiamo l'eremita:

"sono in un buco nero"

l'attivista:

"fermiamo lhc"

e infine quello che è davvero seccato da queste inutili polemiche senza fondamento:

"ce lo avete in testa il buco nero"

hahahaha chiunque tu sia... grazie! Mi hai fatto divertire.

Anche Bollate mi rifornisce di persone curiose. Uno infatti ha cercato

"sesso bollate"

caro amico, sei libero di cercare sesso amore e fantasia dove vuoi, ma vorrei ricordarti alcuni avvenimenti inquietanti che capitano di tanto in tanto a Bollate:


LA PROSTITUTA SI RIVELA UN UOMO E RAPINA IL CLIENTE CON LA PISTOLA

e, ancora peggio:

LEI NUDA CON ANIMALI UCCISI COI TACCHI, LUI FA SESSO IN STRADA CON UNA ZUCCHINA


insomma, magari Bollate va davvero bene per cercare sesso... ma solo per persone con gusti particolari, ecco.

Saluti.

domenica 7 settembre 2008

Triangoli coscienti

(click per ingrandire)


un mio disegno che si intitola "I triangoli possono ridere e pensare." Mi pareva simpatico : -D

(il download dell'immagine potrebbe essere un po' lungo)

fatemi sapere se è di vostro gusto!

venerdì 5 settembre 2008

Bollate bollate bollate

Ecco alcuni titoli dal settimanale online Settegiorni.it (no!, sito in manutenzione) del mirabolante comune di Bollate. Purtroppo nell'ultimo periodo le notizie sono state piuttosto scarse a causa dell'estate che evidentemente ha portato molti dei bollettani più attivi fuori dalla loro cittadina. O forse il titolista è stato licenziato? Non preoccupatevi, l'ultimo bollettino sembra già ristabilire una certa sintonia con i vecchi capolavori


IL MATTONE NON ENTUSIASMA PIU'


LADRI IN FUGA: C'E' UN PITONE! (hahaha)


UN SEMAFORO «INVISIBILE»


I PIU' RICCHI SIAMO NOI (YEAH!)


LADRO E PURE MANESCO: RUBA AL SUPERMERCATO E PICCHIA LA CASSIERA (un ladro dalle mille sfaccettature)


TANICA MISTERIOSA: CONTENEVA VELENI? (un nuovo caso per i nostri detective!)


LA PROSTITUTA SI RIVELA UN UOMO E RAPINA IL CLIENTE CON LA PISTOLA

martedì 2 settembre 2008

Un piccolo libro su una grande memoria

autoritratto di Picasso (che nulla c'entra con tutto il resto, ma non c'importa, no?)

"...Succedeva così, quand'ero piccolo: studiavo alla scuola ebraica... E' mattina, devo alzarmi. Guardo l'orologio: "No, non è tardi, posso starmene ancora un po' a letto...". Per tutto il tempo continuo a vedere le lancette dell'orologio: segnano le sette e mezzo, è presto... D'improvviso, ecco mia madre: "Ma come? Non sei uscito? son quasi le nove..." Ma come potevo saperlo, io? Vedevo la lancetta grande rivolta verso il basso: l'orologio segnava le sette e mezzo, non c'è dubbio..."

"Volete che la temperatura della mano destra salga e scenda invece quella della sinistra? Cominciamo...
[le temperature vengono verificate con un termometro]
Neanche qui mi sembra vi sia qualcosa di eccezionale: vedo che sto avvicinando la mano destra a una stufa accesa e ne sento sempre più intensamente il calore... Come volete che la sua temperatura non cresca? Nella mano sinistra, invece, tengo un pezzo di ghiaccio: ecco, lo vedo, stringo la mano... ed essa naturalmente diventa più fredda"

"... Per me non v'è grande differenza fra quel che immagino e quello che esiste nella realtà. Spesso, se immagino un certo avvenimento, si verifica proprio nel modo in cui l'avevo pensato. [...] E se, invece, talvolta va diversamente, mi sembra che la causa sia da ricercare nella mia stanchezza o in una mia distrazione o nel fatto che la volontà dell'altra persona fosse rivolta altrove..."



"Ancora a diciotto anni, non riuscivo a capire come i miei compagni potessero prepararsi a diventare chi contabile, chi commesso viaggiatore... Per me, la cosa più importante nella vita non è la professione, ma qualcosa di piacevole, di grande, che mi accadrà... [...] Ciò di cui mi occupavo, scrivere articoli di fondo, lavorare nel cinema, "non era ancora quello", era soltanto provvisorio. Un giorno mi capitò di leggere il bollettino azionario e avendo dato prova di ricordare tutte le quotazioni della borsa diventai agente di cambio, ma non era "quello": guadagnavo semplicemente dei soldi, ma la vita vera era un'altra...
Era tutto nei sogni e non nella realtà... Restavo abitualmente passivo, senza capire che gli anni passano: tutto era "per adesso"... E avevo questa sensazione "ho soltanto 25 anni", "soltanto trenta"... e tutto è da venire. [...] Così è ancora oggi: il tempo passa, potre raggiungere obiettivi ambiziosi, ma aspetto sempre qualche cosa... E così son rimasto..."

Aleksandr Romanovič Lurija

Viaggio nella mente di un uomo che non dimenticava nulla
Lurija A. R.


l'incredibile, indimenticabile e prodigiosa storia di un uomo che è più che umano, meno che umano, che è altro dall'uomo. Un capolavoro di divulgazione psicologica, un capolavoro...