mercoledì 17 dicembre 2008

statistica e libertà

Sul blog Iliade XXIII si pone un problema di statistica interessante. Anche se le mie basi di statistica sono un po' arruginite, mi sembra di capire che il risultato tratto ad alex sia scorretto.
Le statistiche presentano alcuni problemi perché possono essere fatte male, interpretate male o essere semplicemente stupide. Però non sono di certo completamente da buttare, oppure da ignorare, e se sono state compilate da enti esperti possono rivelarci cose molto interessanti.
Il problema nel'analisi di alex si pone perché non è stato specificato il numero della popolazione totale. Cambiando un po' le regole del gioco vedremo come la statistica possa darci delle buone predizioni.
Se in una popolazione (quindi abbandoniamo completamente il carcere) composta da 100 individui A e 100 B notiamo che gli A compiono crimini con una probabilità del 75%, ebbene, cosa ne possiamo inferire? In termini statistici che c'è una correlazione positiva tra il fatto di appartenere al gruppo A e il fatto di commettere crimini (ed è anche un nesso abbastanza marcato!). La statistica, usata in maniera intelligente, non è capace di dirci null'altro.

In seguito potremo analizzare se questa correlazione sia dovuta ad un fattore o ad un altro. Ad esempio potremmo scoprire che gli individui del gruppo A crescono tutti in un ambiente degradato, e quindi sono "costretti" a diventare criminali, e che quindi non e il gruppo A ad essere "intrinsecamente" marcio ma l'ambiente in cui si trova ad essere sfavorevole. Oppure possiamo scoprire che gli individui del gruppo A hanno una maggiore probabilità di sviluppare un complesso di geni che li induca alla violenza. Nel primo caso basterebbe verificare facendo crescere una famiglia A in un quartiere diverso, nel secondo caso la sicurezza è data dall'esattezza e precisione delle conoscenze scientifiche su quell'aspetto genetico.

La correlazione positiva però rimane.
In questo senso, quindi, possiamo effettivamente dire che, esaminando statistiche compilate in maniera corretta, pescando a caso dal gruppo A avremo una maggior probabilità di avere un criminale (maggiore, in questo caso, della media). Non capisco il ragionamento del 50%. Difficilmente un individuo sarà così equilibrato da avere una prob. del 50% di commettere o meno un crimine. Alcuni sono più inclini a farlo, altri no. E' possibile avere una prob. del 50%, ma non necessario.

OVVIAMENTE un individuo non deve essere giudicato dall'appartenenza al gruppo, giacché un individuo A potrebbe far parte di quel 25% di persone oneste*. Tener conto della sua appartenenza può comunque fornire un elemento utile, ma non solo in negativo (ovvero, questa informazione può essere utile non solo alle cattive agenzie assicurative, ma anche al soggetto). Questo punto è interessante: immaginiamo di sapere che nostro figlio, a causa di alcuni geni particolari, abbia una probabilità dell'80% di diventare alcolista. Possiamo pensare che la prob. sia del 50% (diventare o non alcolista), ma questo vuol dire ignorare ottusamente qualsiasi dato. Conoscendo le informazioni in nostro possesso invece potremo mettere da guardia nostro figlio sui pericoli dell'alcol in maniera maggiore, potremo attuare una serie di misure atte a evitare un suo contatto frequente con l'alcol, ecc. La statistica può aiutare un individuo, non solo condannarlo.

Per concludere, quindi, di certo il concetto di "uguale probabilità di essere un criminale o una persona retta" può sembrare una felicissima vittoria del libero arbitrio; se questo concetto però cade sotto la mole di dati che, con semplicità e chiarezza, ci dicono che NON E' COSI', non possiamo di certo chiudere gli occhi.

*così come un gemello monozigote di uno schizofrenico non deve essere rinchiuso in un manicomio prima dell'insorgenza dei sintomi (la schizofrenia in gemelli monozigoti [stesso DNA] e monocoriali [cresciuti nella stessa placenta] è del 60%), anche se la statistica gli è sfavorevole

lunedì 15 dicembre 2008

scarpe...! Di merda...!

Mi sembra incredibile anche solo immaginare di infliggere sette anni di carcere per un lancio mancato

domenica 14 dicembre 2008

sull'età pensionabile

Casualmente sono capitato su questo blog. Riporto l'intervento che ora è in cima giacché riassume molte delle motivazioni che vengono proposte a favore della non equiparazione dell'età pensionabile. Eccolo:


Donne e pensioni (il valore dei soldi)

Care signore,

se avete un attimo di tempo, leggete questo e anche questo. Poi fatevi due conti in tasca, casomai recuperando dalla vostra memoria quegli episodi rimossi perché troppo frustanti. Che so? Quella volta che al posto vostro hanno assunto il collega maschio perché doveva sposarsi. Oppure provate a calcolare quante volte, nelle vostre peregrinazioni lavorative (non mi dite che non avete peregrinato e se non l’avete fatto ditemi come vi prego perché voglio imitarvi), il vostro capo è stato una donna. E poi ditemi che conclusioni traete.

Ecco la conclusione che io, uomo, ne traggo. Le motivazioni che Sonia propone contro la proposta di Brunetta mi sembrano riguardare tutt'altro ambito, e cioè la disparità tra i due sessi nel poter accedere ad un certo lavoro o nell'essere retribuite in maniera adeguata. Questo è un argomento interessante, ma non ha nulla a che fare con le pensioni. Il primo e il secondo link non hanno un preciso nesso causale: Brunetta chiede la parità dell'età pensionabile; "nell'Unione europea le donne guadagnano in media il 15% in meno degli uomini e fino al 25% in meno nel settore privato". E allora? Stiamo parlando di pensioni o di retribuzioni? Il ragionamento di Sonia, se ho capito, è il seguente: giacché le donne, in ambito lavorativo, sono trattate peggio degli uomini (da alcuni uomini), dobbiamo trattare peggio gli uomini (tutti) in ambito pensioni. Mi sembra una sorta di dispetto. Usando una metafora: se il mio vicino mi uccide il cane, io come rappresaglia gli stupro la figlia. Sarebbe meglio prendersela con il vicino*, o ancora meglio che fosse impedito di uccidere il cane (e cioè agire in modo da rendere effettiva l'uguaglianza uomo-donna nella possibilità di assunzione femminile** o nel garantire una adeguata retribuzione). Prendersela con la famiglia del vicino non ha senso, è crudele e stupido.




*cioè rivendicare i propri diritti contro la persona in particolare che ostacola la vostra possibilità di avere un lavoro o retribuzione adeguata (adeguata, cioè non per forza pari a quella maschile);
**intendo dire che non per forza si dovrà raggiungere un 50% di impiego femminile nei diversi settori. Si dovrà cioè dare alle donne la possibilità di raggiungere il 50%.

giovedì 11 dicembre 2008

Un racconto

Inizialmente il software FOXP2 fu ideato al fine di produrre romanzi. Ricordiamo che il primo romanzo stampato, sebbene decisamente mediocre, fu accolto come una fenomenale vittoria dal Language Center e dai neurolinguisti di tutto il mondo; anche l'opinione pubblica prestò moltissima attenzione all'evento, non mancando di ironizzare sulla qualità del testo prodotto.
Trascorsi pochi giorni, com'è facile immaginare, il fenomeno perse importanza e i media si disinteressarono dell'incredibile FOXP2, ma non per molto: i neurolinguisti continuarono a produrre ed analizzare i romanzi nello scopo di individuare eventuali pecche nel sistema di elaborazione. Questo li costrinse ovviamente a leggere ogni testo prodotto da FOXP2, attività senza dubbio noiosa.
Stampati all'incirca un centinaio di romanzi, il software elaborò il notissimo "Il fuoco nel sole", che sicuramente stupì non poco l'annoiato esaminatore di turno. Risultò infatti di incredibile maestria e, dopo esser stato letto avidamente da ogni persona al Language Center, dall'umile bidello al severo direttore, si decise di pubblicarlo, inizialmente sotto uno pseudonimo. Le vendite, come previsto da tutto il centro di ricerche, furono ottime e solo quando il libro entrò in cima alla classifica dei più venduti venne rivelato il vero autore.

Prima di procedere è utile analizzare, seppur brevemente, la risposta più pressante a quella che venne intesa dal mondo letterario come una provocazione di cattivo gusto, e cioè che quel piccolo gioiello letterario fosse il prodotto del mero caso. Cosa significa ciò? Se si fosse inteso dire che Il fuoco nel sole fosse un brillante colpo di genio di uno scrittore generalmente mediocre, il Language Center si sarebbe trovato perfettamente d'accordo. Ovviamente l'accusa si muoveva su un livello totalmente diverso.

Ad ogni modo, come spesso accade, le critiche rimasero indietro ed emerse il reale valore dell'opera. L'accusa di un’elaborazione casuale ebbe però un impatto negativo per il Language Center, i cui teorici si misero subito al lavoro per proporre nuovi metodi allo scopo di produrre altri capolavori simili. Pressioni senza dubbio più incoraggianti vennero anche dai centri letterari aperti all'avanguardia, i quali non vedevano l'ora di poter avere nuovi "fuochi nel sole" sotto mano. Dopo un altro paio di centinaia di romanzi, tutti di scarso valore, qualcuno propose una soluzione che non comportasse tanto spreco di tempo per gli esaminatori: venne cioè prodotto un software capace di leggere i romanzi stampati da FOXP2, analizzarli e sottoporre all'attenzione umana (e cioè degli esaminatori) solo quelli che si fossero rivelati al di sopra dello standard. Non molti mesi dopo venne quindi creato CHOM. Giacché FOXP2 impiegava all'incirca 10 secondi per la stesura di un testo e CHOM ne aveva bisogno di circa 50 per la lettura e l'analisi era possibile valutare un romanzo in meno di un minuto.


Gli esiti furono inizialmente deludenti. Sebbene i testi proposti da CHOM fossero effettivamente di livello superiore alla media artistica di FOXP2, non eguagliavano Il fuoco nel sole, risultando spesso piatti e difficilmente capaci di catalizzare l'attenzione fino alla fine. Notiamo che si cercò, in ogni modo, di limitare i giudizi soggettivi dei singoli esaminatori: i testi scelti da CHOM venivano sottoposti all'attenzione di diversi milioni di volontari selezionati dai più diversi gruppi sociali. Il giudizio sull'opera era quindi il risultato della media dei voti di tutti i volontari. Questo metodo richiedeva peraltro molto tempo.

Notando gli scarsi risultati il Language Center, a tre anni dall'avvio di FOXP2, decise di introdurre modifiche sostanziali ai due software. In primo luogo CHOM venne strutturato in modo da poter elaborare le eventuali critiche e i consigli per poter migliorare i testi del suo collega. Ovviamente questo corrispondeva ad uno sforzo leggermente maggiore da parte dei numerosi esaminatori, i quali dovevano fornire, oltre ad una valutazione generale, consigli su ciò che avevano o meno gradito nel testo. I dati venivano quindi trasferiti a FOXP2 che, elaborando le critiche, avrebbe potuto produrre materiale sempre migliore.


I risultati non si fecero attendere: ad ogni romanzo proposto da CHOM e vagliato e criticato dagli esaminatori, ne seguiva uno migliore. Presi da un giustificato ottimismo, gli sviluppatori del Language Center modificarono leggermente FOXP2 in modo da renderlo capace di creare anche opere in versi. Come già precedentemente, la lunghezza di ogni produzione era lasciata al giudizio dell'autore, cosicché potevano essere elaborati lunghi poemi o poesie minime, novelle o monumentali epopee. Com'è facile prevedere FOXP2 sembra produrre testi la cui lunghezza si distribuisce come una variabile gaussiana.

Alla fine di tanto lavoro, dunque, com'erano queste opere? Migliori delle precedenti, senza dubbio; belle? Sì, quasi tutte apprezzabili. In realtà, però, alcuni ricercatori iniziarono ad ammettere che Il fuoco nel sole fosse davvero un risultato casuale, nel senso dispregiativo utilizzato dai detrattori del progetto: i recenti romanzi sembravano infatti usciti dall'immaginazione di uno scrittore dotato, ma ancora in attesa di scrivere la sua "opera prima". Comunque, visti i risultati positivi, i ricercatori ritennero che FOXP2 avrebbe potuto migliorare ancora.


Come conseguenza del continuo raffinamento del software-scrittore, ad un certo punto CHOM iniziò a proporre i testi rilasciati da FOXP2 sempre più spesso. La cosa finì per divenire grottesca: mentre inizialmente veniva considerato valido in media un testo ogni due settimane (e cioè un testo su 24'192 prodotti), l'intervallo si fece sempre più sottile, tanto da rendere insostenibile il lavoro dei critici. Alla fine CHOM considerava valido praticamente ogni testo che FOXP2 elaborasse.
Per risolvere questo problema si pensò inizialmente di alzare gli standard di CHOM, ovvero alzare il livello di ciò che trovava abbastanza interessante da meritare l'attenzione degli esaminatori. Questa modifica, subito approvata, coincise con un'altra ben più radicale: il prezzo e lo spreco di tempo degli esaminatori, si pensò, poteva essere risparmiato rivoluzionando la critica dei testi.
Si propose cioè di far elaborare a CHOM tutta la produzione artistica umana in modo da potergli permettere non solo di valutare con attendibilità gli scritti, come sempre aveva fatto, ma anche di muovere a FOXP2 le critiche adeguate, senza bisogno di alcun input esterno. Non vennero caricati semplicemente tutti i testi letterari di rilevanza artistica, dall'epopea di Gilgamesh all'intricata storia di Luysenk, ma si inserì in memoria tutta la produzione musicale, pittorica, cinematografica, informatica, plastica che avesse un elevato valore artistico, riconosciuto almeno dalle due ultime generazioni.


Fatto questo, dunque, non restava che aspettare. La doppia azione su CHOM, cioè renderlo un buon critico e alzare il suo standard di ciò che considerava interessante, permise agli esaminatori di riposarsi per un bel pezzo. Difatti CHOM si rivelò un editore severo, non stampando alcun testo per quattro mesi interi (questo vuol dire che nessuno dei 207'360 testi analizzati furono degnati di pubblicazione dal software).

Quando ciò accadde, comunque, il risultato fu rivoluzionario. Il primo testo presentato dopo queste modifiche fu un lungo poema dal titolo "Storia di Pavel Stepanovič". Ambientato nell'URSS di metà Novecento, la trama funge da mero pretesto per esprimere i contrastanti punti di vista di uno dei personaggi più amati di sempre, questo Pavel Stepanovič Denisov che ha incantato, fino ad oggi, più di venticinque milioni di lettori. In breve questo testo, subito pubblicato, venne indicato da molti come il raggiungimento di tutte le aspirazioni artistiche degli scrittori russi, da Puškin a Bulgakov, senza per questo mancare di un'originalità e uno stile completamente nuovo. Non ci fu nessuna pubblicazione sotto pseudonimo, giacché era chiaro che chiunque avrebbe riconosciuto tale bellezza, anche se prodotta da una mente sì singolare.

Passata una sola settimana arrivò un altro capolavoro: paradossalmente, in contrasto con la lunghissima opera precedente, si trattava di un delicatissimo haiku. Questa forma letteraria, tanto abusata da rischiare continuamente di apparire ridicola, viene portata ad un livello insperato da FOKP2, commuovendo, data la sua fruibilità e la sua predisposizione ad essere interpretata in tanti modi diversi (tutti probabilmente previsti dall'autore), gran parte della popolazione mondiale.


Il resto della storia lo conosciamo tutti. FOXP2, nella sua versione definitiva, è installato in tutti i personal computer. Oggi abbiamo l'incredibile beneficio di poter godere, ogni volta che lo desideriamo, di un capolavoro diverso. Se nel passato l'umanità doveva aspettare la nascita e la formazione di un genio, una epifania, la dissoluzione di un grande amore, il percorso tragico di una vita (senza contare il tempo di elaborazione degli scrittori umani, e il livello mediocre della quasi totalità della produzione), oggi con un tasto possiamo decidere di leggere uno qualsiasi delle tipologie letterarie proposte, in qualsiasi stile, scegliendo magari l'ambientazione, l'argomento o il numero di sillabe di cui deve essere composto un verso. Oppure possiamo lasciar fare tutto al nostro FOXP2. Molte persone, ad esempio, si svegliano con una piccola poesia romantica, stampano simpatiche novelle da leggere durante l'eventuale viaggio in treno e, prima di andare a dormire, continuano la faticosa lettura del romanzo che “cambierà la loro vita”. Tutto ciò con la sicurezza di avere di fronte un capolavoro assoluto, sempre diverso e irriproducibile. Il rischio di rimanere insoddisfatti è praticamente nullo: si è calcolato che FOXP2 produce un'opera mediocre ogni tre milioni di capolavori (se una persona leggesse giorno e notte, impiegherebbe comunque molte vite a trovare questa perla nera). Inoltre la probabilità che l'elaboratore stampi due testi uguali è, com'è sicuramente chiaro a chiunque usi il software da tempo, praticamente nulla.
Diversi laboratori in tutto il mondo stanno perfezionando, con metodi simili a quelli usati per FOXP2, software in grado di elaborare sinfonie, film o 3d-visual di spessore artistico elevatissimo. Non dubitiamo che nei prossimi due anni potremo completamente evitare all'umanità il faticoso fardello della creazione artistica.