domenica 25 novembre 2007

Ammettiamo

Credo che lo scopo di ogni uomo sia essere appagato, sereno e soddisfatto con se stesso. In una parola essere felice, con tutte le sfumature che questa parola comporta. E' una verità assoluta? No, ma possiamo anche dire di sì. Mi pare che quell'affermazione sia così largamente condivisibile che, approssimando, possiamo definirla come oggettiva. Approssimando, eh.


Bene. Ammettiamo che Dio non esista, e che questa affermazione sia vera.

Ora ammettiamo anche come oggettivamente vero che, credendo in Dio, la vita delle persone diventi felice.

Non manca che un passo: tutti gli uomini dovrebbero credere in Dio. E' proprio così! Dovrebbero farlo! Sarebbe senza senso non crederci. Da folli.

Facile obiezione: "Non possiamo mentire a noi stessi. Non sarebbe da persone intelligenti. Non possiamo ignorare una realtà oggettiva!"


Beh, la realtà è sopravvalutata.*


*Avevo inizialmente scritto "La verità è sopravvalutata", ma possiamo anche accostare senza molta paura il termine realtà a verità. Inoltre così è più in linea con il titolo del blog.





In un altro senso, piuttosto ampio, questo post non ha alcuna utilità.

sabato 24 novembre 2007

Incomprensibilità della musica moderna

J.S. Bach (1685- 1750), Variazioni Goldberg per clavicembalo a 2 manuali (1740 ca) BWV 988, Aria



Il motivo per cui spesso compositori contemporanei quali Luigi Nono o Iannis Xenakis appaiano assolutamente indecifrabili, è perché si cerca un possibile metodo d'approccio tra quelle che sono le nostre conoscenze abituali in fatto di musica, non trovando alcuna chiave di ascolto accettabile.

Ci ritroviamo sommersi in una successione apparentemente senza senso di suoni acustici o elettrici, di pause lunghe, anche lunghissime, se non proprio di urla, singhiozzi, applausi o brusii sintetizzati, canti di uccelli e ritmi impossibili.

Che razza di roba sarebbe? Musica assurda composta da persone folli, che non hanno la minima idea di cosa sia la bellezza, l'arte, l'armonia.
Questa non è musica!

Scherzo.
Ma in genere (e questo vale anche per persone felicemente inserite nel mondo musicale classico) è ciò che viene in mente al novello ascoltatore di musica moderna. Scetticismo, se non anche ribellione, rifiuto totale, a priori:

Com'è possibile che da Bach siamo giunti a questa merda?


Questo modo di pensare è direttamente correlato all'educazione impartita nei conservatori o, ancor peggio, nelle scuole medie.
Cosa si studia? Molta, moltissima musica, ma... solo musica tonale!
Per esperienza diretta posso confermarvi che nei corsi di storia della musica dei conservatori (sicuramente per i corsi tradizionali è così, ma probabilmente lo è anche per il nuovo ordinamento) si arriva come programma di studio massimo all'inizio del Novecento, affrontando, se proprio l'insegnante ha una gran buona volontà, l'opera di Schoenberg (ma a grandi linee comunque).

E' diffusissima l'opinione che la musica classica si sia fermata al Novecento, per poi essere completamente crepata. Beh, anche se raramente si sente dire in giro "la musica classica oggi non esiste più", ancor più raramente si sentono nominare i compositori di musica contemporanea.

Morta no, ma moribonda sì, e decisamente in pericolo soprattutto in Italia, grazie ad un programma ministeriale (quello adottato nei conservatori del vecchio ordinamento) compilato nel 1930 (!).

Per i pochissimi studenti che vogliano approfondire cosa mai sia successo durante questi settant'anni, non resta da far altro che informarsi in altro modo: il conservatorio, struttura diventata ormai un museo di opere morte per morti, non può fornire nessun aiuto, assolutamente alcuna guida in un panorama veramente complesso (ma non solo per la musica) come quello della modernità.

G. Crumb (1929), Makrokosmos I per pianoforte amplificato (1973), 12. Spiral Galaxy


In questo blog cercherò, di tanto in tanto e sempre limitatamente alle mie conoscenze, di diffondere nella maniera più chiara possibile la musica classica composta cinquant'anni fa, trent'anni fa o l'altro ieri.

Sarà un contributo quasi invisibile. Ma meglio di niente.




Qualche libro:
La Nascita del Novecento - Salvetti - EDT
Il Novecento nell'Europa orientale e negli Stati Uniti - Vinay - EDT
Il Secondo Novecento - Lanza - EDT

venerdì 23 novembre 2007

Invito all'ascolto: John Cage 4'33''

Avevo in mente il titolo "Recensioni Musicali", ma l'idiosincrasia sviluppata in questi anni per alcuni tipi di critiche e l'idea che qualsiasi tipo di "recensione" abbia delle pretese superiori a ciò che io possa offrire mi porta a pensare di non poter parlare di nient'altro che di impressioni.
Impressioni, per cosa? In fondo sono delle cose troppo soggettive per aver una utilità per altri che per me. Invece ho sempre trovato un gusto tutto intimo a leggere in altri blog ciò che persone sconosciute pensano (personalmente!) di interessi comuni. In fondo non faccio nient'altro che proporre una chiave d'ascolto (e nella musica contemporanea è la cosa più importante, più delle conoscenze armoniche ritmiche e tonali che quasi non servono a nulla) che potrebbe, spero, riuscire a far apprezzare questo o quel pezzo.
Assicuro sin dall'inizio che le analisi non saranno tecniche: vorrei aiutare non il grande musicologo, ma il curioso che vuole avvicinarsi ad un genere da molto in ombra.


J. Cage (1912-1992)
4'33''

Esistono in musica delle composizione che non si possono sentire in nessun altro modo che dal vivo.

4'33'' è una composizione per pianoforte di John Cage divisa in tre movimenti. In partitura è indicato "tacet": è come se il pianista avesse una lunga pausa dall'inizio alla fine del pezzo, che deve durare per l'appunto quattro minuti e trentatrè secondi.
In genere quando si viene a conoscenza di questo pezzo la prima reazione è quella di meraviglia, poi di dubbio, e infine di divertimento: è senza alcun dubbio una presa in giro.
Una provocazione? Anche, ma non solo, perché questa musica ha un senso e, al di là di tutto, si ascolta.



La musica è provocata dai rumori involontari o meno dell'esecutore e del pubblico, nonché dell'ambiente circostante.
Una musica d'ambiente? Non proprio. La musica d'ambiente propone dei modelli musicali (melodie, ritmi, una forma qualsiasi, non invadente in genere) in un contesto non musicale (aereoporti, centri commerciali...). In maniera del tutto inversa Cage propone un modello non musicale in un contesto musicale (un concerto).

Discostiamoci un po' dalla classica affermazione (comunque giusta) del compositore: "il silenzio è musica". Certo, in un certo senso non lo si può negare. Qualcun altro diceva che l'abilità del compositore (o dell'esecutore) stia nel trattare bene non tanto le note, quanto ciò che c'è tra le note.
Questa chiave di lettura è in genere chiara, ma limitativa: in questo modo la composizione non ha altro motivo di esistere che quello meramente ideologico.
Diventa cioè una composizione che deve essere composta (più che altro pensata), ma che è inutile eseguire. La sua esistenza e la sua divulgazione, anche solo concettuale, è sufficiente per la divulgazione dell'ideologia in essa impressa.

Perché eseguire questa composizione silenziosa?
Prendiamola come un invito: 4'33'' è una proposta divertita di un compositore umorista, che prende la vita e la musica come un bellissimo gioco infantile in cui ci si meraviglia ancora delle cose. Allora chiudiamo gli occhi e percepiamo i più piccoli rumori delle persone e delle cose che sono intorno a noi.
C'è un senso? Possiamo dire di no.
Ma non è bellissimo?


Sì, lo è.

La realtà del quarto blog

Questo è il primo intervento su questo blog. Questo è il mio quarto blog.

Il primo blog nasceva su MySpaces. Molto brutto, curato male, cancellato dopo un paio di mesi.

Il secondo blog portava Splinder di cognome. Bello sul versante grafico, ci ho dedicato due giorni e poi basta. In totale scrissi tre interventi, o quattro. L'ho cancellato l'altro ieri, ma lo aprii circa un anno fa.

L'altro ieri non ho potuto resistere, e no ho creato uno nuovo su Splinder. Il titolo era, appunto "Abolire la realtà". L'ho cancellato all'istante, ma difficilmente potrei dire perché. Forse vedevo tutti gli altri blog curatissimi graficamente, con contenuti interessanti, mentre io sapevo a stento aggiungere delle immagini. Questo può essere deprimente.

Ho bisogno di un blog dalla grafica minimale, che mi reprima all'istante qualsiasi desiderio di competizione estetica.

La descrizione del blog precedente era:
"Abolire la realtà vuol dire vivere in un mondo di se, di ma, di dipende, di in un certo senso. Abolire la realtà vuol dire vivere in un compromesso o in un paradosso, e comunque sopportarlo".


Abolire la realtà, distruggerla dalle fondamenta, minarla nelle basi e poi ricostruirla mattone su mattone.

Questo è, in pratica, il

Progetto finale per l'Abolizione Universale della Realtà, delle varie, note e meno note forme di Realtà, di tutti i suoi derivati.

Questo progetto, articolato in numerose missioni e che colpirà l'obiettivo su più fronti, si basa su alcune premesse fondamentali, che sono:

A)
B)
b1)
C) *

Il Manifesto Mondiale per l'Abolizione Universale della Realtà sarà reso pubblico mediante questo blog.


Ora non resta da fare altro che...

visibilità.


*