T: Hai presente quando si fa una battuta e non si ride?
V: No, faccio solo battute divertenti.
T: Poi magari dopo un po' si ripete quella stessa battuta e SI RIDE, per il motivo che quella battuta è stata sublimata e non racchiude più il significato di "battuta x", ma quello di "battuta x che nonostante diversi tentativi non si è mai rivelata divertente", ed è *questo* che fa ridere. Questo è uno dei tanti casi a cui stavo pensando di "io so che tu sai x", cioè io "meta-so x". X viene potato di alcune caratteristiche e ne acquista altre: basta costruirci un sistema intenzionale di tipo superiore.
V: Non credo di afferrare.
T: L'esempio della battuta era molto adeguato, ma ti stupiresti immaginando la grande applicazione. L'allusione e l'accenno utilizzano una meta conoscenza di ciò a cui si allude, e l'arte moderna pure. Io non mostro la mia merda perché voglio mostrare la mia merda, ma voglio mostrare tutto ciò che c'è intorno a te che guardi la mia merda, e ANZI voglio mostrare tutto ciò che tu pensi io voglia mostrare mentre sto mettendo in scena una cosa disgustosa e in genere poco appropriata da mettere in scena come la merda. Io sto meta mostrando e tu stai meta osservando.
V: Questo è il principale mezzo dell'ironia.
T: Sì, e della malizia o dell'ipocrisia e di altro. Due persone che parlano per anni non si riferiscono più agli oggetti di cui parlano, ma al loro stesso parlare degli oggetti di cui stanno parlando e di cui hanno già parlato. Un nuovo conoscente che sente due vecchi amici parlare afferra solo il lato più basso dei loro simboli, perché non possiede "le esperienze" necessarie per passare ad un altro livello, perché queste esperienze riguardano il ricordo del parlare delle due persone, che è nella loro testa.
V: Sistema intenzionale di secondo, terzo livello...?
T: Sì, anche se quella terminologia viene usata in maniera più ristretta. Parliamo di metatizzare (?) una o due volte, ma è uguale. Tornando ai due amici: due amici che si riferiscono al loro parlare stanno meta-parlando; due amici che si riferiscono a loro stessi mentre meta-parlano è un meta-parlare alla seconda. Può sembrarti strano, ma non credo che questi casi siano così rari.
Le metatizzazioni possono essere infinite. Due parlanti che parlano per un tempo infinito si riferiscono a tutto ciò che stanno dicendo e a tutto ciò che stanno meta-dicendo su tutti gli infiniti livelli simbolici. Questi parlanti non useranno allusioni, accenni, ironia, malizia o ipocrisia. Questi parlanti comunicheranno guardandosi negli occhi.
Il santo che gridava al lupo, al lupo
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*28 novembre: San Giacomo della Marca (1393-1476), predicatore e
inquisitore*
Museo Cerralbo, MadridGiacomo da bambino a un certo punto non voleva più
p...
4 ore fa
5 commenti:
Ok, questa volta non vedo citazioni in fondo quindi mi sa che i vivi complimenti devo farli proprio a te ;)
Con una mia vecchia amica eravamo arrivati al punto da richiamare un discorso con una parola, arrivavamo alle conclusioni mentalmente e ridevamo. Da fuori era tipo:
Lei: via crispi, peppe il fascista
Io: ahahahahah!
Lei: ahahahah!
Io: il gregge di salvo
Lei: HAHAHAHAHAHA!
IO: ahahahahahah!
Be', adesso so che metatizzavamo ;)
: D
grazie del commento^^
ricorderò sempre quella volta che mi sono guardato negli occhi con un mio amico e sogghignavamo entrambi per via del fatto che una determinata tizia aveva i capezzoli turgidi in quel momento.
uno sguardo sintesi di un miliardo di discorsi pregressi, non un fonema.
Veramente un ottimo post!
molto intiresno, grazie
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