Mi addormentai e l'immaginazione iniziò a giocare. Sognai innanzitutto di me stesso, poi di altre cose, poi di altre ancora, cosicché il senso logico sembrava perso e mi diressi con l'animo a cadere in quell'-altro- mondo. Ma prima ecco di cosa sognai: sognai di aver perso una lettera, e di me che dovevo assolutamente ritrovarla. Si trattava di una delle prime lettere, quella che veniva dopo la E, dall'aspetto snello con un taglio su per il collo. Aprii il mio cassetto degli oggetti smarriti, e vi trovai delle chiavi, un cellulare, diverse penne e un cd di Chopin, senza nome, ma di quella lettera nessuna traccia. Dove diavolo era andata a cacciarsi? Chi aveva scritto le ultime lettere di Jacopo Ortis? Non mi sovveniva.
Guardandomi intorno, ebbi una illuminazione: ecco dove l'avevo lasciata il giorno prima!, era proprio lì, sulla cartina geogra..!, no, non era neanche lì. Sconsolato, mi avviai alla ricerca su per la montagna. Arrivai in un certo luogo dove finalmente la vidi da lontano, ma subito mi scappo di nuovo. Passato un altro tornante mi si figurò dinanzi, e io affannato rimasi lì stupefatto. Fissai a lungo il suo fulgore ritrovato e dalla felicità mi sembrò di arrivare alla follia, come quando affamati ci si riempie in fretta lo stomaco di ogni frutto affogando quasi dalla beatitudine. Una volta acciuffata la fuggitiva (il che implicò diversi infruttuosi tentativi) me la ficcai in bocca e masticai per bene.
Foscolo, diavolo!
Ora sì.
Pippo, l'inimitabile
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EBay. Sarà molto difficile (e probabilmente inutile) spiegare agli
italiani di domani la centralità culturale di Pippo Baudo verso la fine del
Novecento...
5 ore fa
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