Ecco le mie due semi-semi fobie, cioè terrori paralizzanti ma facilmente occultabili, cioè più che altro piccole manie, ecco, diciamo piccole manie perché il termine fobia è pieno di così tanti significati da risultare imbarazzante. Inoltre in entrambi i casi credo che queste manie non siano tanto "particolari" da poter essere considerate fobie. In altri termini sono delle storture abbastanza diffuse da rientrare almeno ai confini della normalità ("ai confini della normalità", aspettatevelo su italia1 condotto da enrico ruggieri)
Prima piccola semi mania (dicotomizzata in due punti): non riuscire assolutamente a sopportare a) di affacciarsi al balcone b) di guardare qualcuno che, in piedi, si affaccia al balcone. Il primo punto è risolvibile semplicemente non affacciandosi al balcone, cosa che può risultare piuttosto fastidiosa per chi, da basso, chiede il semplice favore di "acalare il panaro" per prendere-dare questo o quello (chiavi di casa/portafoglio/telefonino). Il secondo punto invece è decisamente più socialmente complicato. Mettiamo che io stia leggendo tranquillo nella mia camera e a mia madre venga in mente di dover stendere i panni, cosa che io vi giuro non riuscirò mai a fare, ebbene in quel momento non c'è altro da fare per me che seguire una di queste tre alternative:
a) chiedere gentilmente a mia madre (o all'affacciatore di balconi di turno) di smettere di fare ciò che sta facendo e rientrare;
b) cercare di trattenersi per non fare la figura dell'idiota, con conseguente inizio di tremori, pensieri fissi e terribili, risposte da freezing e via dicendo (ovviamente rimarrò lì con il libro in mano facendo FINTA di leggere, pensando solo LEVATI DI LI', CAZZO);
c) fuggire letteralmente in un'altra stanza: seguendo l'utile idea berkeleyana del "se non lo vedo non esiste".
Può essere che durante un party [insomma se dico festa sembra una cosa da bambini, neanche party mi piace tanto, ma meglio di festa] ci mettiamo tutti comodamente FUORI AL BALCONE, non c'è nulla di male, ma, per piacere, STATE SEDUTI, vi prego, non state in piedi. E, VI PREGO, quando con grande sforzo supero "l'imbarazzo sociale di esprimere una parte di sé che avresti preferito far rimanere nell'ombra ad alcune persone", cioè quando vi confido il mio terrore istintuale di vedere persone affacciarsi al balcone, NON SPORGETEVI ANCORA DI PIU' A MO' DI "MI STO BUTTANDO GUARDAMI HAHA", mi fa impazzire.
---
Seconda semi semi fobia ovvero piccola mania: non riesco assolutamente a rispondere a telefonate di persone con cui non ho mai parlato -a voce- prima. Conosco alcune persone che, dopo diverse conversazioni su msn, dopo aver stretto anche un'amicizia più o meno solida, propongono il fatidico passo "dai ora ti telefono" che corrisponde più o meno ad un "dai vengo a far l'amore con te e resto a dormire a casa tua". Da notare che non ho problemi a parlare con sconosciuti totali (ovvero numeri anonimi), il problema è proprio con le persone che ho conosciuto (per così dire) "a metà": scrivere è una cosa, parlare è un'altra (applausi).
(Le persone) Quando parlano presentano diverse piccole caratteristiche specificatamente verbali che su una finestra vengono completamente celate; il problema qui non è nello scoprire e nel trovarsi o più propriamente non trovarsi a proprio agio con queste completamente nuove caratteristiche persona-specifiche, cosa che già di per sé potrebbe portare all'affacciarsi (!) di sommerse paure che si ricollegano con il problema che l'umanità è bella sì, ma che stia alla distanza di sicurezza, grazie; il problema è nell'immaginare che qualcuno debba scoprire in me queste piccole sotto manie prettamente verbali e debba LUI (l'interlocutore telefonico semi-conosciuto di turno "Dai Ora Ti Chiamo") sforzarsi di sopportarle per trovarsi a proprio agio con qualcosa che, PER LUI, è completamente nuovo e, PER LUI, pieno di "informazioni da giudizio sociale".
Immaginare che qualcuno possa scoprire questi aspetti nel mio modo di interfacciarmi al mondo della "chiacchierata al telefono", ovvero immaginare che qualcuno possa analizzare e trovare fastidiosi o non all'altezza (rispetto a quel me su internet) i miei tentativi di rendermi simpatico, di rendermi accettabile, di rendermi un tipo "guarda sono almeno simile a quello che hai conosciuto su internet" oppure considerare il problema che tutte le diverse componenti che concorrono a rendere una telefonata -frizzante, piacevole, scevra da imbarazzanti punti morti, insomma una telefonata viva, corporea- , considerare che queste componenti e la presenza di queste componenti e il grado di presenza di queste componenti IN ME sono fino a quel momento completamente oscure per l'interlocutore di turno a causa del fatto che il mio sé-parlante è completamente diverso dal mio sé-scrivente; immaginare questo e considerare quest'altro rende per me una telefonata-con-persone-conosciute-ma-solo-su-msn piena di paure.
Mi sembra in pratica di parlare con uno sconosciuto che però conosce una quantità imbarazzante di cazzi miei; il che è vicino all'immaginare di parlare con uno sconosciuto che ha diversi motivi validi per giudicarmi e, nel caso, odiarmi.
Proteine impossibili, la sfida della Nobel Arnold raccontata da Pievani
-
Nel suo ultimo libro il filosofo e biologo evoluzionista racconta
l’ambizioso progetto della scienziata statunitense: la possibilità di
sintetizzare prot...
7 ore fa
13 commenti:
Ciao Vaaal, io trovo strepitoso questo tuo post e, molto accattivante, la tua immagine che ne viene fuori.
Dialogato, questo tuo post, sarebbe stato giusto per essere interpretato da Massimo Troisi.
Lo stesso stile.
Immagino la scena di un film con Troisi steso sul letto che legge e la mamma che esce sul balcone con la cesta dei panni, e lui che la osserva di sottecchi, e quando la vede sporgersi per stendere il bucato ha un sussulto, la bocca aperta, ma non esce neppure un fiato, e così si copre gli occhi con il libro. Eppure è tentato di dirle qualcosa. Apre la bocca. Ma poi tace. Un 'occhio che sbircia timoroso e se la mamma si volta a guardarlo, a sorridergli, lui, ecco, fa finta di leggere.
Ma ha il cuore che batte a mille.
E le mani sudate.
E vorrebbe scappare.
Ma poi, magari, questo può destare sospetti.
Quindi meglio rimanere.
Ed intanto congettura sul ma se io le dico che......poi si rende conto che io......ma se non glielo dico e succede......è meglio che glielo dico.....ma se glielo dico lei poi, magari......no, non glielo dico, anche se farei bene a dirglielo......ma se provassi a dirglielo a bassa voce, così non si spaventa oppure......no, se glielo dico col faccio col tono di voce normale, così, come se niente fosse......meglio non dire niente, meno si sa meglio è, poi si preoccupa.......però, se provo a dirglielo come se non fossi proprio io a dirglielo, ma un suggerimento......
Un pezzo perfetto per il sublime Massimo Troisi :)))))
Comunque Vaaal ti capisco perfettamente, ed hai tutta la mia simpatia, perchè di queste "piccole semi manie", come tu le chiami, ne soffro anch'io e mi guardo bene, al pari di te, dal renderle pubbliche.
Ho paura che, una volta rese note, potrebbero che ne, so, magari essere usate contro di me.
Per una vendetta o per uno scherzo cretino......
Insomma, fin da bambina, le ho sempre tenute nascoste. E, continuo a farlo tutt'ora.
Anche se, a volte ti confesso, mi viene da sudare freddo e ricorrere all'autocontrollo è una fatica incredibile.
E non sempre si riesce.
Seguo sempre con simpatia il tuo blog. Anche se non lascio commenti.
Mi piace il tuo stile.
A presto
Marilena
Grazie Amaranta, il tuo commento è terribilmente lusinghiero. La scena con Troisi, poi...! : D
Ciao Vaal, ho letto il tuo post: fantastico! E insomma, ero qua affacciato al balcone col cellulare in mano e pensavo: Magari lo chiamo e glielo dico a voce!
Ehm...
:D
tanto non rispondo!! : p
Anch'io avevo lo stesso problema col balcone!! Io odio i balconi, soprattutto quelli "popolari" con urla, chiacchiere, pacchi e cestini varii.
avevi? Sei riuscito a "guarire"? : D
Sì perché ora non ho più balconi! :D
In inghilterra non esistono i balconi e non esistono i miei genitori che ci si affacciano. ;)
chiaro! Non resta da far altro che trasferirsi. : p
dopo questo post - e dopo ieri sera - ti consiglio di scrivere un post intitolato «La giostra»...
Mi piace questo tuo fare outing!
Provo a fare l'analista (anche se fra qualche anno probabilmente lo fai tu) :)
Si stenda, faccia un respiro profondo:
-Riguardo alla prima fobia, attaccati!!
-Sulla seconda: io conosco il te-scrivente e il te-parlante e il secondo non è secondo al primo che scrive...anzi! si e' capito nonostante il gioco di parole?
Quindi questo complesso di inferiorità di Valerio nei confronti di Vaal è totalmente immotivata.
Può alzarsi, sono 200euri.
stai sicuro che ti pagherò. o_o
Ahahahahah!
Guarda caso poi mi trovo a mio agio sui blog di gente che starebbe bene in un film di troisi :-)
Spera solo che non abbia MAI la tua skype ID. Altrimenti ti chiamo (visto che finora abbiamo comunichato solo via testo) puntando la webcam verso il balcone dal quale mi staro' sporgendo!
Dai, stammi bene! E cmq ottima la scleta di sputtanare in modo simpatico queste piccole fobie.
Posta un commento