mercoledì 8 agosto 2012

L'ombra

Fatica.
Ecco ciò che succede oggi. Eccomi qua, con una marea di materiale da leggere per poter essere pagato. Ecco il mio lavoro, ora ve lo dico:
                     devo fingere di essere una persona
Devo fingere di essere una persona, su internet. Devo imparare i modi di dire di quella persona. Devo mettermi il suo avatar, la sua frase personale, devo scrivere come lei.
Devo soddisfare il desiderio sessuale di un tipo, che mi paga, che ha la perversione più particolare del mondo. Bene, ok, d'accordo, don't judge- facciamolo.
Tantissime parole, mi annoio ben presto. Eccole qui, queste conversazioni; private, ma non per me. Io sono speciale e particolare, ho accesso alla Tua intimità, cara G., io posso sapere tutto ciò che dici mentre parli con il mio mecenate. Tu non hai segreti per me, e io diventerò te, e tu non mi conoscerai mai. So come scrivi, capisco il tuo stile. So quali sono le frasi che dici più spesso al Mecenate. Leggo i tuoi sbalzi d'umore, forse meglio di lui. Mi annoii, a tratti, ma ti comprendo in altri, e mi sento privilegiato, pensando a questo nostro strano rapporto. Il mio Mecenate mi dice tutto di lui e tutto di te. Lo faccio per i soldi; lo farei anche senza i soldi? Dipende. Scrivere storie erotiche è un conto. E' noioso, non dà soddisfazioni, sono sempre le solite cose.

Cosa diversa è essere te. Mi piace essere te, perché io so come si fa ad essere te. Cara G., cara G., cara G.
Ti vorrei conoscere e dirtelo. Non fidarti del Mecenate, non è così limpido, ma è arrotolato. Cara G., non lo farò, perché ho un rapporto complesso anche con lui. Mi paga, è un datore di lavoro? Mi paga, e gliene sono grato, e mi paga bene, e io e te invece cosa siamo? Saprò essere te? Meglio di te? Possibile mai?

La realtà di carne e membra che scrivono e pensano e soffrono e che si proiettano nel mio cervello tramite le parole e parole e tristezze e smile non rivolti direttamente a me ma che per me traspirano passando attraverso quest'altra dimensione che infine POTREBBE O NO riflettersi in me e diventare me e se faccio un buon lavoro mi pagano bene, se divento TE, e voglio diventarlo. S- . . . .
sono un guardone? Non proprio. Mi interessa la tua vita? Ti sento tenera e -fragile. Vedo i tuoi problemi, e cerco di imitarli. Mentre li imito ti capisco, mentre ti capisco vorrei salvarti. Non sono un guardone, ma un-



Cosa faccio davvero? L'ombra di un imitatore. Un imitatore solitario.
Un tipo in una stanza vuota e buia che mi dice "Ora fai finta di amarmi. Ora fai finta di lasciarmi". Per piacere non facciamo più finta- per piacere, fammi diventare lei.
"Ora G. mi lascia, fammi soffrire" - fammi soffrire, fammi soffrire, e così farò.

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