sabato 12 luglio 2008

E' una femmina!

Ieri ho partorito miracolosamente due idee interessanti. La prima è di carattere tecnico e, per evitare di fare figure da dilettante, prima di esporla vorrei documentarmi in maniera adeguata. Tra l'altro è anche una idea abbastanza ambiziosa e insomma appena posso ne verrete a conoscenza. La seconda è più modesta e di certo non rivoluzionaria: probabilmente molti ci avevano già pensato, ma mi piace trascrivere un pensiero nebuloso in parole lucide. Ecco di che si tratta:

  • Tanto più una persona ha impiegato tempo e fatica a studiare una data disciplina, tanto meno una valutazione positiva del rapporto costi/benefici della disciplina da parte di questa persona dovrebbe essere presa in considerazione. Viceversa, qualsiasi valutazione appena negativa dovrebbe essere supervalutata.

Mi sembra una formulazione adeguata ed azzeccata, ma sia chiaro che questo pensiero dovrebbe essere sottoposto ad una verifica statistica, anche se immagino che una tale verifica sarebbe piuttosto difficile (ma solo difficile). Dieci pianisti professionisti dicono che suonare il pianoforte è magnifico, un pianista professionista dice che insomma è abbastanza piacevole ma c'è di meglio. Quest'unico giudizio negativo (o almeno non-totalmente-positivo) dovrebbe avere un peso cinque o sei volte maggiore di quelli positivi. Perché accade questo? Detto semplicemente, è chiaro che chi impiega un numero elevatissimo di sforzi ed energie per ottenere un dato obiettivo lo riterrà inizialmente degno di massimo rispetto. Se alla fine o mettiamo ai tre quarti di questo percorso si rende conto che tutto ciò per cui si sta impegnando non era così figo come sembrava inizialmente e che gli svantaggi sono maggiori dei vantaggi potrebbe:

a) rinunciare completamente;
b) continuare, attuando una dissociazione cognitiva, e cioè: non è vero che gli svantaggi sono superiori, e continuo a impiegare sforzi e fatica per quest'obiettivo. Ovviamente continuerò a ritenerlo valido.

Chi butta all'aria, diciamo, cinque anni di volontà con uno "scusate, mi ero sbagliato nel valutare il prestigio di tale obiettivo"? Ed è per questo che, mi sembra, le valutazioni negative di qualche disciplina duramente imparata dovrebbero avere un peso comparato alle persone che attuano la dissociazione cognitiva, che in genere sono decisamente di più.

E' carino che solo dopo aver scritto queste ultime cose mi rendo conto dell'affinità con quest'altro post. Ok.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

forse non ho capito, ma penso che una persona non si farebbe guidare dai giudizi di un altra su una disciplina, cioè se io ti dicessi che la psicologia non è interessante, penso che nessuno sarebbe portato a pensare la stessa cosa, magari per me non è interessante, ma per te potrebbe esserlo. Poi dipende dalle argomentazioni che un porta, ti potrei dire che la psicologia non è interessante perchè etichetta le persone, e penso che difficilmente questa critica sarebbe presa in considerazione, oppure dirti la psicologia non è bella perchè è molto più scientifica di quello che probabilmente uno si aspetta, quindi se ti piacciono materie umanistiche forse è meglio fare qualcosa d'altro. Ma anche in questo caso riporterei tutto alla qualità del desiderio di fare psicologia del mio interlocutore, non tanto al fatto che abbia studiato psicologia per uno, due o dieci anni.

Saluti :)

Vaaal ha detto...

Ciao riccardo! Non avevo pensato all'applicazione in senso persuasivo, piuttosto quanto ad una applicazione nelle indagini statistiche. Mettiamo che qualcuno stia facendo un sondaggio "quanto gli psicologi apprezzano la loro professione". In tal caso, almeno credo, bisognerebbe tener conto degli anni di studio e come ho detto sovrastimare i pareri negativi, cioè i non-apprezzamenti.
Ma, insomma, prima avanzare conclusioni dovrei trovare una conferma di qualche tipo, altrimenti rimane solo ..flatus voci.. Così, in linea puramente teorica, il ragionamento mi sembra filare.

Tu con i tuoi ragionamenti del tipo "psicologia poco umanistica" stai solo dando delle valutazioni. Credo che se ti chiedessero "ma a te piace o no!?" non ti perderesti in tante sottigliezze ;)

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