martedì 2 settembre 2008

Un piccolo libro su una grande memoria

autoritratto di Picasso (che nulla c'entra con tutto il resto, ma non c'importa, no?)

"...Succedeva così, quand'ero piccolo: studiavo alla scuola ebraica... E' mattina, devo alzarmi. Guardo l'orologio: "No, non è tardi, posso starmene ancora un po' a letto...". Per tutto il tempo continuo a vedere le lancette dell'orologio: segnano le sette e mezzo, è presto... D'improvviso, ecco mia madre: "Ma come? Non sei uscito? son quasi le nove..." Ma come potevo saperlo, io? Vedevo la lancetta grande rivolta verso il basso: l'orologio segnava le sette e mezzo, non c'è dubbio..."

"Volete che la temperatura della mano destra salga e scenda invece quella della sinistra? Cominciamo...
[le temperature vengono verificate con un termometro]
Neanche qui mi sembra vi sia qualcosa di eccezionale: vedo che sto avvicinando la mano destra a una stufa accesa e ne sento sempre più intensamente il calore... Come volete che la sua temperatura non cresca? Nella mano sinistra, invece, tengo un pezzo di ghiaccio: ecco, lo vedo, stringo la mano... ed essa naturalmente diventa più fredda"

"... Per me non v'è grande differenza fra quel che immagino e quello che esiste nella realtà. Spesso, se immagino un certo avvenimento, si verifica proprio nel modo in cui l'avevo pensato. [...] E se, invece, talvolta va diversamente, mi sembra che la causa sia da ricercare nella mia stanchezza o in una mia distrazione o nel fatto che la volontà dell'altra persona fosse rivolta altrove..."



"Ancora a diciotto anni, non riuscivo a capire come i miei compagni potessero prepararsi a diventare chi contabile, chi commesso viaggiatore... Per me, la cosa più importante nella vita non è la professione, ma qualcosa di piacevole, di grande, che mi accadrà... [...] Ciò di cui mi occupavo, scrivere articoli di fondo, lavorare nel cinema, "non era ancora quello", era soltanto provvisorio. Un giorno mi capitò di leggere il bollettino azionario e avendo dato prova di ricordare tutte le quotazioni della borsa diventai agente di cambio, ma non era "quello": guadagnavo semplicemente dei soldi, ma la vita vera era un'altra...
Era tutto nei sogni e non nella realtà... Restavo abitualmente passivo, senza capire che gli anni passano: tutto era "per adesso"... E avevo questa sensazione "ho soltanto 25 anni", "soltanto trenta"... e tutto è da venire. [...] Così è ancora oggi: il tempo passa, potre raggiungere obiettivi ambiziosi, ma aspetto sempre qualche cosa... E così son rimasto..."

Aleksandr Romanovič Lurija

Viaggio nella mente di un uomo che non dimenticava nulla
Lurija A. R.


l'incredibile, indimenticabile e prodigiosa storia di un uomo che è più che umano, meno che umano, che è altro dall'uomo. Un capolavoro di divulgazione psicologica, un capolavoro...

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