venerdì 23 novembre 2007

Invito all'ascolto: John Cage 4'33''

Avevo in mente il titolo "Recensioni Musicali", ma l'idiosincrasia sviluppata in questi anni per alcuni tipi di critiche e l'idea che qualsiasi tipo di "recensione" abbia delle pretese superiori a ciò che io possa offrire mi porta a pensare di non poter parlare di nient'altro che di impressioni.
Impressioni, per cosa? In fondo sono delle cose troppo soggettive per aver una utilità per altri che per me. Invece ho sempre trovato un gusto tutto intimo a leggere in altri blog ciò che persone sconosciute pensano (personalmente!) di interessi comuni. In fondo non faccio nient'altro che proporre una chiave d'ascolto (e nella musica contemporanea è la cosa più importante, più delle conoscenze armoniche ritmiche e tonali che quasi non servono a nulla) che potrebbe, spero, riuscire a far apprezzare questo o quel pezzo.
Assicuro sin dall'inizio che le analisi non saranno tecniche: vorrei aiutare non il grande musicologo, ma il curioso che vuole avvicinarsi ad un genere da molto in ombra.


J. Cage (1912-1992)
4'33''

Esistono in musica delle composizione che non si possono sentire in nessun altro modo che dal vivo.

4'33'' è una composizione per pianoforte di John Cage divisa in tre movimenti. In partitura è indicato "tacet": è come se il pianista avesse una lunga pausa dall'inizio alla fine del pezzo, che deve durare per l'appunto quattro minuti e trentatrè secondi.
In genere quando si viene a conoscenza di questo pezzo la prima reazione è quella di meraviglia, poi di dubbio, e infine di divertimento: è senza alcun dubbio una presa in giro.
Una provocazione? Anche, ma non solo, perché questa musica ha un senso e, al di là di tutto, si ascolta.



La musica è provocata dai rumori involontari o meno dell'esecutore e del pubblico, nonché dell'ambiente circostante.
Una musica d'ambiente? Non proprio. La musica d'ambiente propone dei modelli musicali (melodie, ritmi, una forma qualsiasi, non invadente in genere) in un contesto non musicale (aereoporti, centri commerciali...). In maniera del tutto inversa Cage propone un modello non musicale in un contesto musicale (un concerto).

Discostiamoci un po' dalla classica affermazione (comunque giusta) del compositore: "il silenzio è musica". Certo, in un certo senso non lo si può negare. Qualcun altro diceva che l'abilità del compositore (o dell'esecutore) stia nel trattare bene non tanto le note, quanto ciò che c'è tra le note.
Questa chiave di lettura è in genere chiara, ma limitativa: in questo modo la composizione non ha altro motivo di esistere che quello meramente ideologico.
Diventa cioè una composizione che deve essere composta (più che altro pensata), ma che è inutile eseguire. La sua esistenza e la sua divulgazione, anche solo concettuale, è sufficiente per la divulgazione dell'ideologia in essa impressa.

Perché eseguire questa composizione silenziosa?
Prendiamola come un invito: 4'33'' è una proposta divertita di un compositore umorista, che prende la vita e la musica come un bellissimo gioco infantile in cui ci si meraviglia ancora delle cose. Allora chiudiamo gli occhi e percepiamo i più piccoli rumori delle persone e delle cose che sono intorno a noi.
C'è un senso? Possiamo dire di no.
Ma non è bellissimo?


Sì, lo è.

5 commenti:

mentecritica ha detto...

4'33"?

un po' esagerato secondo me, ma non sono un esperto, mi fido del tuo giudizio.

centro? torrione? pastena? mercatello? carmine?

Vaaal ha detto...

Pastena.
Ma sei il creatore di Mente Critica? Non mi dire che sei di Salerno!

mentecritica ha detto...

ahahaha

se vuoi non te lo dico ...

comunque parliamone in privato via email quando scriverai qualcosa di adatto a MC

Anonimo ha detto...

4'33"...tra i tanti significati di questo brano di cage - tra le altre c'è questo bellissimo libro che ne spiega i più profondi significati: michele porzio, la metafisica del silenzio - uno dei più importanti è il fatto che cage porta al silenzio l'orchestra - vedi il video: www.ubu.com/film/cage_433.html
-, e quindi storicamente la musica in occidente cessa di scrivere la propria storia con i soli strumenti tradizionali...poi il rumore e le macchine-strumento di cui il computer è l'apoteosi. oggi la musica è di difficile digestione, come giustamente fai notare tu...mi piacerebbe parlarne...e trovo che il tuo blog sia molto interessante...se credi puoi venirmi a trovare qui:www.baab.it/artifex
magari ne possiamo parlare insieme

un saluto massimo

Vaaal ha detto...

Grazie del commento, e bello anche il video del 4'33'' per orchestra. E' un piacere conoscerci, ci leggeremo senz'altro.
Saluti.

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