Il 6 Febbraio 1895, Otto arrivò a casa di Nina nel primo pomeriggio. Nina era malata, e costretta a letto. Otto le fece compagnia, e parlarono per qualche ora di Dostoevskij e della tragedia vivente nei suoi personaggi. Poi, Otto divenne irrequieto e distratto; disse a Nina che voleva andarsene, e invece rimase nella camera vicina a quella della malata. Si distese su un divano, tirò fuori di tasca una rivoltella e si sparò nel cuore. Nina accorse, e trovò il cadavere coperto di sangue. Oltre alla rivoltella, alle proprie carte e a qualche vestito, Otto possedeva 77 corone, quanto bastava a malapena per pagargli il funerale. Secondo Alma, avrebbe lasciato anche due righe: "La vita non mi dà più alcun piacere, restituisco il mio biglietto d'ingresso".
Q. Principe, Mahler. La musica tra Eros e Thanatos, Bompiani, 2003, pagg. 536
Io non voglio l’armonia, non la voglio per amore verso l’umanità. Preferisco che le sofferenze rimangano invendicate. Rimarrei piuttosto col mio dolore invendicato e col mio sdegno insaziato, anche se avessi torto! Troppo poi si è esagerato il valore di quell’armonia, l’ingresso costa troppo caro per la nostra tasca. E, perciò mi affretto a restituire il mio biglietto d’ingresso. E, se sono un galantuomo, ho l’obbligo di restituirlo al piú presto possibile. E cosí faccio. Non è che non accetti Dio, Aljòsa, ma Gli restituisco nel modo piú rispettoso il mio biglietto.
– Questa è una rivolta, – disse Aljòsa piano, con gli occhi a terra.
F. M. Dostoevskij, I fratelli Karamazov, Garzanti, 1979, vol. I, pagg. 262
2 commenti:
il poeta esenin la notte precedente al suo suicidio scrisse col sangue una poesia che si concludeva così (ho trovato varie traduzione, ma questa, la prima che lessi, è quella a cui sono più affezionato):
"morire non è nuovo sotto questo sole, ma più uovo non è neppure vivere."
Grazie. Una occasione per conoscere nuove personalità.
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