martedì 25 marzo 2008

...come dei giocatori di scacchi

Il libro di Michel Imberty, "le scritture del tempo", vuole dimostrare in chiave psicoanalitica come lo stile (di un compositore di musica classica) possa essere inteso come testimonianza dell'atteggiamento inconscio dell'uomo di fronte alla morte. Una ipotesi veramente interessante che, sebbene inizialmente possa creare qualche sospetto sulla sua validità, si rivela abbastanza convincente dopo un'analisi accurata condotta su bellissimi dati sperimentali. Nonostante le cose che dirò di seguito, mi sento di consigliare il libro per l'eleganza delle argomentazioni e per l'interesse che possono suscitare alcuni risultati sperimentali se interpretati attraverso l'ottica dello psicoanalista.
Quello che mi interessa ora è notare come durante tutto il libro serpeggi l'aria di una certa ostilità verso la musica contemporanea. Lo psicologo basa la sua analisi principalmente su frammenti di Brahms e su quelli del ben più moderno Debussy dimostrando una ottima conoscenza dei suddetti e in una certa misura di amarli. La mancanza di riferimento a qualsiasi cosa venga dopo Debussy fa però presagire qualcosa, finché verso la fine l'autore davvero non resiste più lasciandosi andare in una sfuriata contro i modernismi che dura una cinquantina di pagine. Tra le varie cose riporto: "l'artista contemporaneo si difende dall'invecchiamento e dalla morte attraverso l'invenzione di codici nuovi [...] adorni di tecnica e di algebra: invece di dominare il tempo, come cercavano di fare i classici della simmetria tonale, egli domina solo una sintassi vuota, una tecnica. [...] Un'epoca a tal punto sommersa da nuovi linguaggi è un'epoca votata alla morte della sua cultura". Imberty non risparmia nulla, dall'alea all'happening alla composizione al computer.
Ad un certo punto però dice qualcosa che, se estrapolata dal contesto, potrebbe quasi sembrare un complimento. E' una frase così bella che mi andrebbe proprio di farvela conoscere, indipendentemente dal significato negativo che l'autore vorrebbe trasmettere.
"La conoscenza, nello spirito del pubblico e di certi compositori [contemporanei], si è sostituita all'ascolto irrazionale e spontaneo, il piacere musicale è diventato il piacere intellettuale dei giocatori di scacchi [...]. Il compositore è uomo di scienza" p.247

Sì, Michel, è proprio quello che ho sempre pensato.

Un noto compositore di musica contemporanea

5 commenti:

Weissbach ha detto...

Ma è per pura coincidenza che stasera hai trovato il mio post su Chuck Norris e gli scacchi?
:-D

Vaaal ha detto...

La cosa più incredibile è che non avevo effettuato nessun collegamento cosciente. Ho letto il tuo post e dopo un po' son venuto qui a scrivere questo dimenticando il resto.

Magari il mio inconscio ha lavorato per mettere in collegamento le mie recenti letture blogghettare in un solo post. Cooome no!Ciao!

Weissbach ha detto...

Ricordati che il subconscio di Chuck Norris
ha battuto tutti i record di immersione.

Senza saperlo.

;-)

Anonimo ha detto...

leggerò il libro ;) Comunque nella mia ignoranza non posso che sentirmi in linea con quanto dice questo psicologo contemporaneo. Non mi sbilancio sulla musica, ma in altri campi proprio si!

Vaaal ha detto...

Anche io mi sento in linea con quanto "dice" (vedi frase in grassetto), ma non con ciò che "pensa" : D

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