sabato 13 settembre 2008

per amore della scienza

Mi dispiace, ma non resisto: quando leggerete questa lettera la mia tortura sarà già finita..

finalmente...

Ho ricevuto questa mattina la comunicazione della morte di Ed Witten. Ho subito deciso: ritengo sia vergognoso che io sopravviva a lui. Di certo l'avrei fatto comunque, magari tra un po', ma adesso...

Non ce la faccio più.


In un angolo della mia mente si affaccia un pensiero, e così immagino tante persone ignoranti (COME ME) che si chiederanno, quasi ironicamente, come'è possibile togliersi la vita per una cosa del genere. E' accaduto quando è stato il turno di Glashow, il primo a rendersi conto della gravità di quella scoperta. Quando Scherk seguì il suo collega i media iniziarono a comprendere che non sarebbe stato l'ultimo (ma non capivano perché. Lo capivamo solo noi. Sarebbe stato meglio di no.. vi prego), e così dopo Susskind e Veneziano lo stupore si tramutò in attesa. Magari qualcuno avrà scommesso su chi sarà il prossimo. Sono io.


Chi non capisce il mio gesto non capisce cosa vuol dire studiare una vita intera credendo ciecamente in una teoria e LAVORANDO PER ESSA. Impiegare anni di studi, anni per formulare ipotesi, risolvere problemi terribili ed essere onorati di poter dare un contributo alla fisica dei nostri tempi. Devo dirlo: è stato bellissimo, fino al giorno dell'esperimento. Le parole di Feynman circolano nella mia testa e si illuminano: giudici della scienza non sono gli scienzati ma gli esperimenti.
perché deve essere così... ....

voglio dire: perché deve essere così?

Appena giunsero i risultati (era mattina, un bellissimo sole. Era bellissimo, così ... Io mi sono sentito morire quel giorno con quel bellissimo sole) tutti ci rendemmo conto cosa significassero per noi: avevamo sbagliato, tutto. La nostra costruzione, di cui avevamo specificato in oltre trent'anni di studi ogni minimo particolare, crollava di fronte all'evidenza dei fatti. Se la realtà e la teoria si scontrano è la teoria a cedere, per amore della verità. ALLORA D'ACCORDO!per amore della verità mi toglierò la vita,perché non mi sembra che io possa essere più utile a nulla. Non ho la forza di Schwarz: con quale coraggio si può tornare alla quantistica?come si può PENSARE di fare una cosa simile?

mi dispiace, è andata così









La mia mente è piena di inutilità

Mi ha rubato tutto: la mia volontà, la mia energia, la vita intera.



Non so niente. Non so più niente.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Di quale scienziato parli?

Vaaal ha detto...

nessuno in particolare. E' solo un "if...", ovvero: cosa accadrebbe se si scoprisse incontrovertibilmente che la teoria delle superstringhe fosse sbagliata?

(sia chiaro, non credo né che sia così né che, oggi, possa essere dimostrata una tal cosa. E' solo un gioco della fantasia)

Anonimo ha detto...

Ma non s'era detto che le teorie non possono essere vere o false, né giuste o sbagliate?
Possono essere utili o inutili, in quanto strumenti. ;)
E magari si trovasse che in 'realtà' 'sto benedetto bosone non c'è (e non 'non esiste')!

(Scusa eh di questo ex abrupto, senza nemmeno un ciao)

Anonimo ha detto...

Avevo riconosciuto lo stile a tratti lapidario...è molto bello. Proprio in questi giorni pensavo ai continui esami, con conseguenti successi o delusioni, che gli studiosi - soprattutto gli scienziati - devono affrontare nel corso della vita. Questo pensiero, però, non è sbucato dal nulla, ma è giunto dopo aver visto "I ragazzi di Via Panisperna" di Gianni Amelio...

Vaaal ha detto...

Ciao 6.37.. evidentemente è stato detto proprio così. Nel racconto ho ipotizzato che un esperimento possa falsificare completamente l'assetto teorico della teoria. Magari gli scienziato avrebbero ancora potuto usarla per fare previsioni, ma nessuno avrebbe assicurato la correttezza di tali previsioni ( per la contraddizione intena scoperto dall'esperimento) e quindi la teoria non sarebbe stata più utile. (ma in genere sulla tua definizione ci sarebbe molto da dire, e non sono neanche d'accordo in toto)

Ripeto che non mi riferivo alle superstringhe. Certo mi sono ispirato ai recenti avvenimenti, ma in particolare LHC non poteva smentire né convalidare DEL TUTTO la teoria, quindi non è una previsione di un bel ninete.

Come diceva Feynman non abbiamo una teoria vera o una falsa, ma solo dei gradi di verità abbinati ad ogni teoria.

Roberta: grazie del consiglio, lo vedrò : )

Anonimo ha detto...

cavolo Vaal scrivi che è un piacere, bellissimo pezzo, complimenti vivissimi.

Vaaal ha detto...

grazie riccardo! troppo gentile :-)

Andrea Ferrigno ha detto...

Il pezzo mette in evidenza il lato umano dello scienziato, che di solito rimane nascosto.
Se razionalmente uno scienziato deve inchinarsi ai dati e buttare nel cesso una teoria senza fare una piega, se questa è smentita dai dati, umanamente è un po' come separarsi da una compagna dopo vent'anni, la sensazione è quella di aver perso tempo.
Ma è solo una sensazione (anche nella metafora)

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