-Continua dalla parte 1-
Ho dunque affermato che il Modello Ottimista ci dice che non commettiamo mai errori, che ogni nostra azione è un bene per noi IN OGNI SITUAZIONE, anche in situazioni coercitive.
Eppure c'è un errore.
IL MODELLO OTTIMISTA PERFETTO
Ammettiamo che il MO non abbia errori. Ho fin ora affermato che ogni nostra azione è un bene per noi. In realtà ciò non è proprio corretto: non solo ogni nostra azione è un bene per noi, ma è IL MIGLIOR BENE POSSIBILE. Infatti, se una nostra azione per noi è bene, e un'altra per noi è "molto bene", allora di certo sceglieremo la "molto bene", perché altrimenti non la chiameremo "molto bene".
E se non siamo capaci di compiere l'azione "molto bene"?
Allora sceglieremo l'azione appena un po' meno bene. Non sto dicendo che potremo sempre compiere l'azione MIGLIORE in assoluto, ma che compieremo l'azione MIGLIORE POSSIBILE. Ecco, secondo il MO, noi compiamo sempre l'azione migliore possibile.
Possiamo chiamare questo modello "Ottimista Perfetto" (MOP). E' un nome come un altro. Quindi da ora in poi non parlerò più di MO ma di MOP.
Una domanda è legittima: se ho già detto che considero il MO errato, che bisogno c'è di complicare ancora le cose aggiungendo quest'altro modello, a sua volta errato? Il motivo c'è, e lo vedremo in seguito. Ora arriva la parte importante.
L'ERRORE DEL MOP
Come vedremo, l'errore nel MOP è ovvio, ma io l'ho mascherato. Ora che ve lo rivelerò rimarrete un po' delusi; le osservazioni successive, invece, vi ripagheranno.
Analizziamo nuovamente il problema della conoscenza proposto nel post precedente.
"Immagina che io mi faccia operare da un dottore con dubbie capacità. Io però non so che il dottore ha dubbie capacità. Una volta sotto i ferri, il dottore mi uccide."
Ho risolto questo problema dicendo che, se il paziente non ha indagato sull'abilità del dottore, vuol dire che non gli conveniva valutare l'abilità del dottore (altrimenti l'avrebbe fatto, no?). Come detto prima, raccogliere informazioni è faticoso, quindi qualcuno potrebbe anche non volerlo fare. Messo in questi termini il ragionamento è corretto. Eppure, immaginiamo che l'opzione "indagare sulle capacità del dottore" non sia proprio balenata nella testa del nostro paziente sfortunato. In questo caso, quale valutazione avrebbe mai potuto fare su qualcosa che non ha neanche pensato? Non possiamo usare il trucco usato precedentemente, e cioè non possiamo dire "se non ci abbiamo pensato è perché per noi non era importante pensarci, altrimenti ci avremmo pensato". Praticamente il paziente era inconsapevole del fatto che avrebbe potuto pensare di dover fare qualche indagine.
Eccoci al punto chiave: ESSERE CONSAPEVOLI di qualcosa è un parametro completamente diverso da quelli precedenti, e non si può risolvere con i soliti metodi. Il ragionamento di cui sopra non funziona perché non scegliamo noi su cosa essere consapevoli o meno, lo siamo e basta. Dire "se non siamo stati consapevoli vuol dire che non ci importava" è scorretto: se non siamo consapevoli di x (x=qualsiasi cosa su cui ci basiamo per compiere un'azione, quindi qualsiasi cosa), non possiamo dare alcuna valutazione su x. Inoltre non possiamo scegliere di essere consapevoli di qualcosa. Se possiamo dare qualche giudizio su x, è perché siamo consapevoli di x.
C'è da dire che i ragionamenti applicati agli esempi sul MO e sul MOP non sono sbagliati. Il problema è che ragionamenti di quel tipo sono applicabili solo agli eventi di cui siamo consapevoli. E' importante precisare che per qualsiasi evento x di cui siamo consapevoli, i metodi utilizzati nel MOP sono validi. Questo vuol dire che il MOP non è da gettare. Se fossimo consapevoli di tutto, il MOP non solo sarebbe giusto, ma lo daremmo per scontato (e cioè, se fossimo consapevoli di tutto sarebbe vero, come dimostrato in precedenza, che in qualsiasi situazione faremmo sempre il nostro bene e non commetteremo mai errori). Questo è un passo fondamentale.
Ora devo dimostrare due cose.
1) NON ABBIAMO LA SICUREZZA DI ESSERE CONSAPEVOLI DI TUTTO: questo vuol dire che ci sarebbe sempre qualche valore x che ci sfugge. Infatti, quando siamo inconsapevoli di x, noi non sappiamo di essere inconsapevoli di x, e quindi in linea teorica potrebbe sempre esserci un x di cui siamo inconsapevoli (dato che non lo sapremmo). Per chiarire meglio: "essere inconsapevole di x" non è, per definizione, qualcosa che arriva alla coscienza (altrimenti saremmo consapevoli di x). Questo vuol dire che in ogni nostro ragionamento potrebbe sempre esserci qualcosa di cui siamo inconsapevoli.
[da notare che non sto dicendo che c'è sempre qualcosa di cui siamo inconsapevoli; quest'ultima affermazione non è vera. Sto dicendo che, anche se fossimo consapevoli di tutto, non potremmo mai averne la certezza]
2) ESISTONO GLI ERRORI; GLI ERRORI SONO DOVUTI AL FATTO CHE SIAMO INCONSAPEVOLI DI X: Notiamo infatti che il modello MOP prevede che facciamo sempre il meglio possibile perché non tiene conto degli eventi inconsapevoli. Ogni valutazione avviene su un x consapevole. Come già detto, se tutto fosse consapevole, il modello MOP sarebbe giusto. Però ci sono cose su cui non possiamo compiere alcuna valutazione. Quando non possiamo valutare qualcosa, allora non possiamo modificare le nostre azioni di conseguenza-> se esiste qualcosa che non possiamo valutare, potremmo commettere errori (questo perché, per qualsiasi cosa che potremmo valutare, si applicherebbe il ragionamento fatto con il MOP) (ovviamente, come già avrete capito dal post precedente, errore è qualsiasi cosa che non è nostro bene).
Giacché, come dimostrato nel punto 1, non abbiamo sicurezza di essere consapevoli di tutto, potrebbe esistere qualcosa che non possiamo valutare->potremmo commettere degli errori-> gli errori sono dovuti dal fatto che siamo inconsapevoli di x-> se facciamo qualche errore, è perché siamo inconsapevoli di x.
Ho dimostrato quindi che (1)potremmo essere inconsapevoli di qualcosa; (2) solo se siamo inconsapevoli di qualcosa POTREMMO commettere degli errori.
[questo non vuol dire che ogni volta che siamo inconsapevoli di qualcosa facciamo un errore. Potremo essere inconsapevoli di qualcosa e il risultato potrebbe essere un nostro bene. D'altra parte, qualsiasi errore può derivare SOLO dal fatto di essere inconsapevoli di qualcosa].
da questo deriva che non potremmo mai essere sicuri in anticipo di non commettere qualche errore. Questo coincide con il nostro senso comune. Infatti, se siamo consapevoli di x, con un x che ci fa commettere un errore (definendo errore ciò che non è il nostro bene), noi non faremo x. Tra l'altro, se questo x è inconsapevole, noi non lo sapremmo, e visto che non sappiamo di cosa siamo inconsapevoli, non potremmo mai essere sicuri che non ci sia un x che ci fa commettere errori: non saremo mai sicuri di fare qualcosa che non comporti errori.
Come vedremo questo è il problema fondamentale che risolverò in seguito (vedi "Il nuovo grande Modello Ottimista Perfetto & Corretto").
Tutte queste chiacchiere potrebbero avervi confuso, quindi ora farò un esempio che spero potrà chiarire i concetti.
PAPERON DE' PAPERONI FA IL MIGLIOR AFFARE POSSIBILE
Paperon de' Paperoni durante la giovinezza ha fatto qualcosa di cui non andar fiero. Allo scopo di comprare un pezzo di terra abitato da una tribù di indigeni, contatta il capovillaggio. Per comprare la terra Paperon de' Paperone offre un nichelino senza valore all'indigeno. Quest'ultimo, vedendo il bell'oggetto e rimanendone affascinato, accetta l'offerta. Perde tutta la terra in cambio di un nichelino di nessun valore.
Quindi, analizziamo questa situazione con il MOP.
il MOP ci dice che entrambi gli individui non solo hanno fatto il loro bene, ma hanno fatto la migliore azione che potessero mai fare in quel momento. Sebbene sia evidente che Paperon de' Paperoni ha concluso un grande affare, il MOP dice che anche l'indigeno ha fatto il suo maggior bene possibile, giacché ha valutato il nichelino più della sua terra. L'ovvia replica è che l'indigeno ignora che il nichelino non vale nulla. Il MOP risponde che se l'indigeno non si rende conto che il nichelino non vale nulla, questo è perché non ha fatto delle ricerche approfondite. Se non le ha fatte, vuol dire che queste ricerche non valgono abbastanza per lui.
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L'errore è nella frase arancione. Se l'indigeno non si rende conto di x, allora l'indigeno non potrà fare alcuna valutazione su x (il concetto di valutazione ci sarà molto utile dopo). Infatti, l'indigeno non ha fatto alcuna valutazione sulla probabilità che il nichelino valesse qualcosa, giacché era inconsapevole che il nichelino potesse non valere niente (cioè, il pensiero che il nichelino potesse non valere qualcosa non gli è proprio balenato nella testa). Non è colpa sua: non si sceglie di cosa essere consapevoli o meno.
Mettergli in testa cose del tipo "l'indigeno non ha fatto ricerche approfondite perché queste ricerche non valgono abbastanza per lui" vuol dire fare asserzioni su ciò di cui è consapevole o meno che nessuno ci autorizza a fare.
Non vale quindi dire che, se l'indigeno ha fatto ciò che ha fatto, è perché valutava giusto farlo. L'indigeno non può fare una valutazione su ciò di cui non è consapevole. Quindi, l'indigeno potrebbe non aver fatto ciò che è bene per lui (e infatti, almeno dal nostro punto di vista, non l'ha fatto).
Eccoci qui. Ho dimostrato che il MOP è sbagliato in tutti quei casi in cui ci sono di mezzo degli eventi inconsapevoli (e cioè, in credo tutti i casi possibili). Sono molto soddisfatto. Non mi fermo qui.
IL NUOVO GRANDE MODELLO OTTIMISTA PERFETTO & CORRETTO
Quindi, se noi fossimo consapevoli di tutto, il MOP avrebbe ragione e noi faremmo non solo il nostro bene, ma il nostro miglior bene possibile. Purtroppo, come dimostrato in precedenza, anche nel caso in cui siamo consapevoli di tutto, noi non lo sapremmo (vedi sopra, dimostrazione 1). Inoltre, prima ho affermato che è impossibile essere sicuri di non commettere errori, giacché gli errori derivano da x inconsapevoli (vedi sopra, la scritta in rosso).
Tutti noi vorremmo fare il nostro miglior bene possibile; tutti noi vorremo non commettere mai errori. Quindi vale la pena riflettere un po' su sulla faccenda e vedere se riusciamo a risolverla.
Notiamo che il problema degli eventi inconsapevoli è che non ci permettono di fare valutazioni su essi stessi. Se facciamouna valutazione su x, allora questo vuol dire che siamo consapevoli di x. Se non vogliamo fare una valutazione approfondita di un x consapevole, non c'è alcun problema: vuol dire che il costo di fare una valutazione approfondita supera i benefici aspettati. Il punto è che quest'ultimo ragionamento, che ci permette di fare sempre la scelta giusta, si applica solo alle valutazioni consapevoli.
Quindi: dovremo trovare un modo di fare valutazioni su x inconsapevoli. Questo ci permetterebbe di aggirare qualsiasi ostacolo e di non commettere mai errori (come detto sopra, nella dimostrazione 2, solo se esiste qualcosa che non possiamo valutare potremmo commettere errori).
Ecco la soluzione. E' una soluzione a mio parere molto elegante, quindi ne vado fiero.
Il nostro scopo è riuscire a fare valutazioni su cose di cui siamo inconsapevoli->
la valutazione è possibile solo se siamo consapevoli di qualcosa-> per poter fare una valutazione su qualcosa di cui siamo inconsapevoli dobbiamo inserire la possibilità che ci sia un evento inconsapevole in un evento consapevole-> per poter fare una valutazione su qualcosa di cui siamo inconsapevoli è sufficiente essere Consapevoli che ci potrebbe essere qualcosa su cui siamo Inconsapevoli.
Non c'è nulla di impossibile in ciò.
Prima ho affermato che è impossibile essere consapevoli di essere inconsapevoli di x, e qualcuno può pensare che mi stia contraddicendo. Ma non mi sto contraddicendo. Infatti noi non saremmo consapevoli di essere inconsapevoli di x (che è appunto una contraddizione, visto che siamo inconsapevoli di x e quindi non conosciamo x), ma saremmo consapevoli del fatto che potremmo sempre essere inconsapevoli di qualcosa! E' impossibile conoscere una x inconsapevole, non è impossibile immaginare che questa x esista.
In pratica in ogni nostro ragionamento dovremmo "sapere" che potrebbe sfuggirci qualcosa (e quindi valutare la consapevolezza di x dove x=possibilità che ci sia qualcosa di inconsapevole).
E' così ovvio! Lo diceva anche Socrate, che era tanto saggio perché sapeva di non sapere.
Mi sembra di essere riuscito a formalizzare questo concetto in una maniera assolutamente nuova e soprattutto corretta. Non credo di aver fatto errori.
Quindi, anche se noi non conosciamo "x inconsapevole e probabile causa di errori", noi sapremmo che potrebbe esserci un x inconsapevole, valuteremo questa consapevolezza e agiremo di conseguenza. In questo modo ogni nostra azione sarà frutto di una valutazione TOTALE, sia di eventi consapevoli che dei possibili eventi inconsapevoli. (possibili perché, ricordo, potrebbe anche non esserci qualche evento inconsapevole [non lo sapremmo->vedi sopra]).
Dunque se siamo Consapevoli che potremmo essere Inconsapevoli di qualcosa rientreremo nelle grazie del MOP e cioè FAREMO IL NOSTRO MAGGIOR BENE POSSIBILE. Non ci serve nient'altro che questo. Dobbiamo semplicemente AGIRE, e in più SAPERE che potremmo commettere degli errori (il che equivale a considerare che potrebbe esserci qualcosa di cui siamo inconsapevoli). Inoltre in questo modo non commetteremo mai degli errori. Infatti, se siamo consapevoli che potrebbe esserci qualcosa di inconsapevole che potrebbe farci commettere degli errori, agiremo di conseguenza valutando l'evento consapevole x (x=possibilità che ci sia qualcosa di inconsapevole) (anche se non sappiamo quale evento x inconsapevole potrebbe farci commettere degli errori, noi terremo conto che POTREBBE esserci qualche evento x che potrebbe farci commettere degli errori, quindi agiremo di conseguenza).
L'unico problema è che, come detto in precedenza, noi non possiamo scegliere di essere consapevoli di qualcosa, lo siamo e basta. Quindi, ugualmente, non scegliamo di essere "Consapevoli della possibiltà di essere Inconsapevoli", potremmo esserlo o non esserlo. Infatti, se fossimo "Inconsapevoli del fatto che dovremmo essere "Consapevoli della possibilità di essere Inconsapevoli"", non lo sapremmo, perché siamo inconsapevoli di ciò.
Quindi, come fare ad essere Consapevoli della possibilità di essere Inconsapevoli? E cioè, come fare a fare il nostro miglior bene possibile?
Niente, non possiamo sceglierlo. C'è da dire che non è poi così grave: dopo aver letto questo post molti di voi saranno consapevoli che "essere consapevoli della possibilità che potrebbero essere inconsapevoli di qualcosa" porta il beneficio di fare la miglior azione possibile. Non sceglierete di essere consapevoli di essere inconsapevoli, ma dopo aver letto tutto ciò probabilmente lo sarete.
In altre parole il mio post potrebbe attivare nel vostro cranio i neuroni necessari per il comparire della consapevolezza della possibilità che voi potreste essere inconsapevoli di qualcosa.
Un esempio veloce: un uomo si trova ad attraversare un ponte pericolante. Non gli passa neanche per la testa che il ponte potrebbe essere pericolante, e quindi inizia ad attraversare. Questo tipo però ha letto il mio post, e si ricorda che per fare l'azione migliore possibile dovrebbe essere consapevole che potrebbe esserci qualche cosa di inconsapevole che potrebbe fargli commettere degli errori.
Dunque valuta la possibilità che possa esserci qualche evento inconsapevole che potrebbe indurlo in errore nel suo agire (in questo caso, come NOI sappiamo e lui no, quest'evento è"il ponte è pericolante"). Quindi se quest'uomo decide comunque di attraversare, si assume un rischio che ritiene superiore dell'ipotetico danno dovuto a qualche errore derivante da qualche evento inconsapevole che non conosce ma che ha valutato (infatti, si è ricordato che ci sarebbe potuto essere qualche evento di cui non era consapevole).
Se non attraversa, ovviamente, vuol dire che ritiene che ci possa essere qualche evento inconsapevole che potrebbe arrecargli un danno maggiore del beneficio avuto dall'attraversamento del ponte. Non saprà qual è quest'evento potenzialmente dannoso, ma avrà fatto una valutazione su di esso.
In ogni caso, una volta effettuata la valutazione della possibilità di essere inconsapevoli di qualcosa (valutazione IMPLICATA alla consapevolezza che ci possa essere qualcosa di cui potremmo essere inconsapevoli) l'uomo farà INEVITABILMENTE la migliore scelta possibile e sarà IMPOSSIBILITATO a commettere errori .
[una volta che siamo diventati consapevoli di poter essere inconsapevoli di qualcosa non potremo fare un errore neanche volendo]
Ecco qui. Sono riuscito a dimostrare che E' possibile per noi agire nel miglior modo possibile, è possibile per noi agire rendendo impossibile qualsiasi errore; certo, non è inevitabile. Il MOP non è sempre vero. E' meraviglioso il fatto che potrebbe esserlo, e che a voltelo è.
per concludere:
almeno metaforicamente, la consapevolezza (dell'inconsapevolezza) ci renderà liberi.
Per essere più precisi, essere consapevoli di essere inconsapevoli IMPLICA che agiremo sempre nel modo migliore possibile e che saremo fisicamente IMPOSSIBILITATI a commettere errori. Inevitabilmente.
Possiamo chiamare questo modello "Ottimista Perfetto & Corretto", oppure possiamo chiamarlo "Ragionamento Lunghissimo Ridondante e Noioso".
Io ho finito. Spero che non abbiate trovato tutto ciò fine a se stesso. Io ho imparato qualcosa, e sento di aver imparato qualcosa di importane. Non ho compiuto errori, che io sappia. Certo, come ho dimostrato sopra, ci potrebbe sempre essere qualcosa di cui sono inconsapevole senza ovviamente esserne consapevole. Però, giacché ne ho tenuto conto, posso dire che scrivere questo post è stata la mia miglior azione possibile e che in effetti non ho compiuto errori.
Bene. Saluti.
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val...
5 ore fa
11 commenti:
Ciao.
Dai miei ricordi di filosofia (che sono buoni e ne vado fiero), tu con 2 post butti a terra tutto da Parmenide a Socrate e forse oltre fino a Plotino e forse oltre fino a Cartesio e forse oltre fino a Nietzsche o come si scrive. Questa è una bella cosa.
Il punto è che il ragionamento per assoluti porta ad errori e paradossi piuttosto banali. Il grosso guaio è che non esiste un'aletheia, per cui non esiste nessun modo per fare in modo che: a)un soggetto conosca tutta la verità possibile; b)2 soggetti conoscano la stessa verità in quanto unica possibile.
Tu ti soffermi soprattutto sul punto a. Ovvero, inserisci l'ipotesi di inconsapevolezza che è la stessa che dire che non esiste una verità assoluta. Cioè, non esiste una conoscenza unica, onnicomprensiva, e uguale per tutti.
Per me non ci sono errori in quello che scrivi, anche se starei molto attento a definirlo il metodo migliore, ci sono tutta una serie di variabili per cui questo metodo non è il migliore in assoluto. Poi, i sociologi (mi pare tu sei economo) non sarebbero del tutto d'accordo.
Per esempio, non ci è dato sapere quale sia la probabilità che l'evento inconsapevole (EI) si verifichi e ne la probabilità del suo risultato (rEI).
Se una ragazza bruttina ci prova con me in una discoteca dove sono l'unico maschio, anche se non so se esiste o meno una ragazza più bella a cui piaccio, posso tranquillamente assumere, però, che la probabiltà EI sia molto alta e manderò a fanculo la tipa bruttina.
Se una ragazza bruttina ci prova con me in una discoteca piena di uomini (dio ce ne scampi), anche se non so se esiste o meno una ragazza più bella a cui piaccio, posso tranquillamente assumere, però, che la probabiltà EI sia molto bassa e mi accontenterò.
Insomma, il problema di consapevolezza, potrebbe spostarsi dall'evento alla sua probabilità. Ma continua a rimanere qualcosa di cui siamo inconsapevoli.
Spero sia chiaro il papirazzo che ho scritto.
Ciao Viandante e grazie per aver avuto la pazienza di leggere tutto.
Il punto del mio ragionamento è che le nostre valutazioni sulle cose possono essere sbagliate, in quanto c'è qualche evento di cui siamo inconsapevoli.
Se però noi siamo consapevoli che potremmo commettere errori, non ci sarà più nulla di sbagliato.
Nel tuo esempio della discoteca piena di femmine e dell'abbordaggio della ragazza cesso, il tuo miglior comportamento è qualunque cosa tu faccia se sei consapevole di poter sbagliare (il che equivale ad essere inconsapevole di qualcosa).
Infatti, ammettiamo che tu non sia cosciente che la discoteca è piena di femmine belle e facili. Per te sarebbe una scelta cattiva scegliere la ragazza cesso.
Se però sei cosciente della possibilità di essere incosciente di qualcosa, allora sarai cosciente che potresti sbagliarti. Tu non sei cosciente che l'evento che ti potrà indurre in errore sarà "la possibilità che la discoteca sia piena di belle donne abbordabili", ma farai comunque una valutazione su di esso.
Se, nonostante questa valutazione, scegli la ragazza cesso, allora vuol dire che hai fatto bene, giacché indirettamente hai valutato la possibilità che la discoteca fosse piena di femmine belle e abbordabili.
Anche se in seguito scopri che la discoteca era davvero piena di donne disponibili e carine, questo non sarebbe un errore: se eri consapevole che sarebbe potuto esserci qualche errore (e lo eri), e comunque hai agito, vuol dire che hai fatto bene, altrimenti non avresti agito (giacché, se hai agito, hai valutato la probabilità dell'insorgere dell'errore e la sua importanza abbastanza bassa).
Forse il mio ultimo commento non ha colto il punto del tuo commento: la probabilità. La probabilità è una valutazione.
A mio parere il solo fatto di essere consapevoli di x implica che stiamo valutando x. (se infatti decidiamo di valutare con negligenza un x consapevole, vuol dire che non associamo la fatica di valutarlo con attenzione una adeguata ricompensa; ma questa è già una valutazione)
Ma sbagliato rispetto a cosa? Rispetto alla mia coerenza interiore? O rispetto al fatto che ho valutato male l'evento inconsapevole ed ora mi ritrovo a letto con un cesso? Ok, sono consapevole di poter commettere errori, ma posso sempre sbagliare sulle loro conseguenze. Se valuto il sesso con un cesso con danno 5, però poi la tipa esce fuori che non si depila e il danno è 10, c'è comunque un punto in cui mi sono sbagliato: la valutazione del danno. Non so se mi spiego.
Cioè, questo evento inconsapevole, se esiste, dovremmo pure valutarlo in qualche modo. Se non lo valutiamo, a quel punto è come se fossimo consapevoli al 100% di tutto.
Comunque, ci penso su e ti do una risposta più estesa.
Se valuti il sesso con il cesso 5, e poi scopri che non si depila (danno 10), allora hai fatto un errore.
Se però, valutando il sesso con il cesso 5, sei CONSAPEVOLE che potrebbe esserci qualcosa di cui sei inconsapevole (ad esempio che lei sia un uomo - anche non valutando in particolare questo o quell'errore, ma valutando in genere la possibilità di fare qualche errore), allora non sbaglierai.
Se valuti la possibilità di poter fare un errore (tenendo conto della probabilità ipotetica di fare un errore e del valore ipotetico dell'errore che non conosci ma che potresti fare); ebbene valuti tutto ciò come 6 allora 5-6=-1 non andrai con la ragazza. (sei consapevole che, nonostante vorresti fartela, il rischio e il valore di un errore sarebbe troppo alto)
Se valuti la possibilità di essere inconsapevole di qualcosa (cioè la possibilità di commettere errori) 4 allora 5-4=1 andrai con la ragazza. In questo secondo caso hai valutato la possibilità di commettere errori e accetti il rischio. Nel caso che lei fosse un uomo allora quest'eventualità rientrerebbe nella tua valutazione dei "possibili errori", cui hai dato valore 4. Quindi non è un errore, giacché l'hai valutato e hai scelto di rischiare.
Non siamo consapevoli di tutto, ma se siamo consapevoli che potremmo essere inconsapevoli di qualcosa, possiamo fare una valutazione completa, anche degli eventi di cui siamo inconsapevoli.
Per quanto riguarda il tuo caso particolare:
"Ok, sono consapevole di poter commettere errori, ma posso sempre sbagliare sulle loro conseguenze. Se valuto il sesso con un cesso con danno 5, però poi la tipa esce fuori che non si depila e il danno è 10, c'è comunque un punto in cui mi sono sbagliato: la valutazione del danno."
Ti puoi sbagliare sulla valutazione del danno solo se non eri consapevole di poter sbagliare. Se ne sei consapevole non sbagli mai, perché eri consapevole di poter sbagliare e hai scelto comunque di agire.
Nel tuo caso valuti il danno con il cesso 5. Poi valuti la possibilità di poter sbagliare (in questo caso la possibilità che la ragazza non si depili).
Spero di aver colto il punto della tua argomentazione. Fammi sapere cosa ne pensi, ciao! : )
Correggo e specifico l'ultima osservazione del mio commento precedente:
Nel tuo caso il beneficio di andare a letto con il cesso è 5*. Poi valuti la possibilità di poter sbagliare (ad esempio che la ragazza non si depili. Anche se nonpensi PROPRIO questo, c'è anche questo tra i possibili errori, quindi lo valuterai indirettamente). Se i danni associati ai possibili errori sono maggiori di 5, allora non ci andrai (non commetti errori), se sono minori allora ci andrai (e neanche qui commetterai errori).
*perché dici che andare a letto con un cesso è danno 5? Ovvero, posso ammetterlo, ma perché se è danno 5 dovresti andarci a letto (a meno che non consideri la possibilità che ci siano errori nella tua valutazione del danno: in questo caso sarei d'accordo)?
Sì, è danno 5 nel caso scelga il cesso e l'evento inconsapevole, invece, mi avrebbe portato alla conoscenza di uno sventolone.
Cioè, quando scelgo non c'è danno.
Dovevo impostare la cosa così:
1)La scelta di andare a letto con un cesso (cs) avviene perché considero l'output finale maggiore di un rifiuto.
2)Ma se l'evento inconsapevole sarebbe stato uno sventolone (sv), allora ho un danno effettivo sv-cs.
3)Se cs>dv dove dv sta per danno valutato all'inizio (perché capisco se è un uomo solo andandoci a letto), allora ho anche un danno maggiore di quello preventivato.
Insomma, siamo sicuri che non ci sia un metodo che mi aiuti di più a capire la reale situazione che ho avanti?
Salve,
ho dedicato un post nel mio pseudoblog a questa discussione.
Va su:
http://affettatisumisura.splinder.com/
Titolo: teorie sulla conoscenza
Fammi sapere.
Ciao, Vaal, ho letto con interesse i tuoi post, ma, al contrario di viandante, io ho trovato richiami col pensiero di Socrate (potrebbe essere uno schema mentale che ho ormai acquisito, ma anche no). Socrate identifica la conoscenza col bene e l'ignoranza col male: se sono a conoscenza del vantaggio che può portarmi il compiere una data azione, allora compierò quell'azione; se non ne sono a conoscenza, non la compierò o ne compierò un'altra (è quello che viene chiamato "intellettualismo etico" e che traspare dai tuoi post nei termini di consapevolezza e inconsapevolezza).
Roberta
caro vaal, (belli i tuoi post!) anche io metterei l'accento sul significato di bene e male da te inteso.
Da quello che leggo, definisci bene come la convenienza in un preciso istante (sconvenienza per il male).
In questa accezione come non essere daccordo con te!? E mi sembra anche ovvio che se io faccio una cosa in un determinato momento è perchè
- in quel momento - la reputo un bene per me (cristiano di manila che decide di flagellarsi a pasqua lo reputa conveniente), ergo NON SBAGLIO MAI.
Quindi, a mio parere, è la soggettività della valutazione a rendermi infallibile (quasi come il papa :) ).
D'altra parte, la presa di coscienza della possibile presenza di qualche variabile negativa e diabolica a noi ignota è nel fare quotidiano di moooooolti esseri viventi.
Vedi, ad esempio, il risparmio (di denaro in economia, di energie in natura - argomenti a te molto cari se non erro :P - ecc...)
Volendo rendere oggettiva - per quanto possibile - la valutazione sulla bontà o 'spregevolezza' delle tue scelte, beh, a mio parere,
bisognerebbe considerare altre variabili come:
- il tempo:
diceva un cittadino americano, tale mr. Mario Red: "le ore 08:45 dell'11 settembre del 2001 mi sembravano un ottimo momento per investire in azioni della American Airlines"
:)))
-l'emotività.. blah blah...
cmq bel lavoro, continua così (cuggi')
Ciao cugino, grazie del commento!
Non ho capito se sei o meno d'accordo con tutto il ragionamento, ma tant'è!
Certo, il tempo e il bla bla inconoscibile è un elemento cruciale nella scelta. Ma se ne teniamo conto, almeno un po', agiremo di conseguenza.
Credo..!
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