sabato 24 maggio 2008

I felici turbamenti del giovane vecchio Goethe

"Mi sento in felice accordo con i ricercatori attivi, seri, vicini e lontani. Essi ammettono e sostengono che si debba presupporre e convenire che vi sia qualcosa di non indagabile, senza tuttavia ritenere che ciò implichi la necessità di porre al ricercatore alcuna linea di confine.
E infatti io devo ammettere e presupporre me stesso senza sapere neppure come sono fatto, mi studio sempre di continuo senza mai afferrare me stesso, me stesso e gli altri, e tuttavia si procede lietamente sempre avanti, più avanti!
E' così anche il mondo! Anche se è di fronte a noi senza principio né fine, anche se i suoi orizzonti sono senza confini e ciò che è vicino rimane impenetrabile, tuttavia non si potrà mai determinare né definire, quanto profondamente lo spirito umano possa penetrare i propri misteri e quelli del mondo." (Cortese appello, 1820)

"Chi non è convinto che tutte le manifestazioni dell'essenza umana (sensibilità e ragione, immaginazione e intelletto) devono formarsi in una decisa unità (qualunque sia tra queste proprietà quella che in lui è predominante), costui si tormenterà continuamente in una infelice limitazione e non capirà mai perché abbia così tanti e ostinati nemici e perché egli si trovi talvolta a doversi scontrare persino con se stesso come momentaneo nemico" (Sull'opera di Ernst Stiedenroth: psicologia per la spiegazione delle manifestazioni dell'anima, 1824)

"Dirò subito che la grande altisonante massima: Conosci te stesso! mi è sempre parsa sospetta, come un'astuzia di preti segretamente in combutta per confondere l'uomo con pretese irrealizzabili e deviarlo dall'attività nel mondo esterno verso una falsa contemplazione interna. L'uomo conosce se stesso nella sola misura in cui conosce il mondo, di cui ha coscienza soltanto in sé, come ha coscienza di sé soltanto in esso. Ogni nuovo oggetto, osservato bene, dischiude in noi un nuovo organo" (Sollecitazione significativa per una parola intelligente, 1823)

"Sistema naturale: un'espressione contraddittoria.
La natura non ha sistema, essa ha vita, essa è vita e successione da un centro ignoto verso un confine non conoscibile. La contemplazione della natura è perciò senza fine: si può procedere nella suddivisione nei più piccoli particolari, oppure seguirne nell'insieme le tracce nelle dimensioni più estese e profone" (Problemi, 1823)

"Siamo originali solo perché non sappiamo nulla" (da qualche parte)

"La cosa più elevata sarebbe: comprendere che tutto ciò che è fattuale è già teoria. [...] Non si cerchi nulla dietro i fenomeni: essi stessi sono già la teoria"

Ovvero, appunti da "La metamorfosi delle piante", di quello strano tipo che è J.W. Goethe

Nessun commento:

post correlati