venerdì 23 maggio 2008

Ligeti: Continuum per clavicembalo



Continuum è un'opera scritta nel 1968 da György Ligeti (1923-2006), compositore ungherese di cui abbiamo parlato fin troppo (scherzo Ligeti, sta' tranquillo).
Il pezzo è per clavicembalo, strumento che viene spesso indicato come "antenato del pianoforte". Non voglio mettere in dubbio quest'affermazione, ma soltanto evidenziare come nell'ultimo secolo il clavicembalo (effettivamente ignorato per qualche secolo) abbia subito una notevole rivalutazione che coincide guarda caso con l'aumento di attenzione che i compositori hanno dedicato al timbro particolare degli strumenti. Non che il clavicembalo abbia un timbro significativamente affascinante, semplicemente ha un timbro.
Quello che i non addetti ai lavori non sanno è che il clavicembalo ha una meccanica molto particolare che, anche se non si direbbe dalla forma, è totalmente diversa da quella del pianoforte. Quest'ultimo infatti è a corde percosse (come sappiamo ci sono dei martelletti che agiscono sulle corde) mentre il clavicembalo è a corde pizzicate (il che, volendo, lo rende più simile diciamo ad una chitarra). Non appare molto chiaro che la conseguenza principale, la più importante, è che sul clavicembalo si può suonare molto più velocemente di quanto non consenta un pianoforte.

Ligeti però lo sapeva.
Inoltre i clavicembali possono essere costruiti con due manuali (e cioè semplicemente due tastiere, una sopra l'altra) rendendo possibile delle combinazioni sonore impossibili (nel senso di: impossibili a livello tecnico) sul pianoforte: con i due manuali le mani possono incrociarsi e "scrociarsi" con maggior libertà che su un pianoforte. Per il pezzo presentato oggi questo vantaggio è essenziale.

un clavicembalo a due manuali

Ora il secondo punto è l'idea di continuum. In due parole sarebbe una forma che si sviluppa in maniera fluida, la cui metamorfosi avviene per passaggi graduali impercettibili ad un certo livello particolare, ma che divengono chiari se il pezzo viene osservato, diciamo, dall'alto. Ligeti era particolarmente attratto da questa idea, e la sviluppa in diverse composizioni (tutte incredibili, magari le ascolteremo in seguito) e per varii strumenti. Il clavicembalo, uno strumento dai suoni così "pizzicati" e con scarse capacità di legare le note (il che costituisce un'altra differenza tra pianoforte e clavicembalo) sembra assolutamente inadatto a poter sostenere un concetto talmente "fluido", e invece ci riesce.

Attraverso un flusso incessante di crome organizzate tramite figurazioni composte dai 2 agli 8 suoni che ruotano in maniera ascendente e discendente (ma sempre intorno alle stesse altezze) si creano ritmi irregolari e imprevedibili (che non apprezzeremo, né saremo chiamati a farlo), asimmetrie e insomma qualcosa che potrebbe essere definito (almeno finché non si ascolta il brano) come una gran confusione.
Si potrebbe anche credere che l'effetto sia meramente ipnotico: in realtà Ligeti esce da questo pericolo grazie alla sua capacità inventiva che gli permettere di distribuire queste metamorfosi in intervalli temporali che dovrebbero tener desta l'attenzione per tutti i tre minuti e qualcosa del brano.

Franco Pulcini con un simpatico calcolo ci fa sapere che, tenendo conto dell'indicazione della durata massima fissata sui 4 minuti, l'esecutore dovrebbe suonare quasi 13 note e mezza al secondo.
Per concludere ecco una frase di Ligeti che ci tiene a chiarire l'intenzione del brano, basata su di "un movimento 'ideale' che risulta dalla sovrapposizione dei suoni, come due moti ondeggianti che in alternanza concordano o sono spostati l'uno con l'altro".

*Per l'ascolto come sempre vi consiglio di abbandonare qualsiasi altra cosa stiate facendo e di chiudere gli occhi. Almeno per un certo repertorio e sicuramente per il primo ascolto di qualsiasi cosa farsi distrarre da altro, che siano libri fumetti o siti porno, può risultare molto sconveniente. In fondo quattro minuti di attenzione non sono un'impresa*

**Il pezzo può piacere o non piacere. Grazie tante. Sono comunque molto curioso di sapere se a voi è piaciuto. Potete argomentare le vostre sensazioni ma insomma potete anche non farlo**


Senti Continuum di Ligeti
(5,17 mega)

una pagina di Continuum

4 commenti:

Ivo Silvestro ha detto...

Credo mi sia piaciuto.
Di certo, è stata una esperienza estetica molto faticosa e cerebrale.

Vaaal ha detto...

Ciao Ivo. Beh magari è più "faticoso", ma la soddisfazione nell'afferrarne il senso dovrebbe essere maggiore. Almeno credo! Grazie per l'ascolto comunque : )

Ivo Silvestro ha detto...

TI proporrei di far ascoltare il brano prima della spiegazione. Così, giusto per capire quanto si apprezza prima e dopo (mi sembra che sia una delle tue "tesi": quello della musica contemporanea è un "piacere informato").

farro ha detto...

MA questo blog è una ficata!

Complimenti.

Cercherò il pezzo (su fileden non c'è più).

Ciao

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