venerdì 18 gennaio 2008

Appunti della sua vita

Ora, beh, non vorrei annoiare nessuno:


Io considero infatti la musica, per la sua stessa essenza, impotente a esprimere alcunché: un sentimento, un'attitudine, uno stato psicologico, un fenomeno naturale, o altro ancora. L'espressione non è mai stata la caratteristica immanente della musica. La sua ragione d'essere non è in alcun modo condizionata dall'espressione. Se, come quasi sempre accade, la musica sembra esprimere qualcosa, si tratta di un'illusione e non di una realtà. E' semplicemente un elemento addizionale che, per una convenzione tacita e inveterata, le abbiamo attribuito, imposto, quasi un'etichetta, un protocollo, insomma una esteriorità, e che, per abitudine e incoscienza, abbiamo finito per confondere con la sua essenza.
La musica è il solo dominio in cui l'uomo realizza il presente. A causa dell'imperfezione della sua natura, l'uomo è destinato a subire il trascorrere del tempo - delle sue categorie del passato e dell'avvenire - senza mai poter rendere reale, e pertanto stabile, quella del presente. Il fenomeno della musica ci è dato al solo scopo di stabilire un ordine nelle cose, ivi compreso, e soprattutto, un ordine fra l'uomo e il tempo. Per essere realizzato, esso esige necessariamente e unicamente una costruzione. Fatta la costruzione, raggiunto l'ordine, tutto è detto. Sarebbe vano cercarvi o aspettarsi altro. E' proprio questa costruzione, questo ordine raggiunto, che produce in noi una emozione di carattere del tutto particolare che non ha niente in comune con le nostre sensazioni correnti e le nostre reazioni dovute a impressioni della vita quotidiana. Non si potrebbe meglio precisare la sensazione prodotta dalla musica che identificandola con quella prodotta in noi dalla contemplazione delle forme architettoniche. Lo capiva bene Goethe, che definiva l'architettura una musica pietrificata. p. 59-60


----------

E' impossibile per un uomo comprendere appieno l'arte di un'epoca anteriore alla propria e penetrarne il significato, al di là delle apparenze cadute in disuso e di un linguaggio che non si parla più, senza avere un sentimento comprensivo e vivente dell'attualità e senza partecipare, in modo cosciente, alla vita che gli palpita intorno. [...] Ecco perché ritengo che sarebbe più giusto, da un punto di vista pedagogico, cominciare l'educazione di un allievo dalla conoscenza dell'attualità, per poi risalire, solo in un secondo tempo, i gradini nella storia. p.79

----------

Ora, qualsiasi ordine richiede una restrizione. Ma sbaglierebbe chi l'intendesse come un ostacolo alla libertà! Al contrario, il "contegno", la restrizione contribuiscono al suo sbocciare e non fanno altro che impedire alla libertà di trasformarsi apertamente in licenza. p.128

----------

Il profano immagina che, per creare, occorra attendere l'ispirazione. E' un errore. Sono ben lungi dal negare l'ispirazione; tutt'altro. [...] Ma questa forza non si dispiega se non quando è posta in azione da uno sforzo, e tale sforzo è il lavoro. p.166

----------

Non mi si vedrà sacrificare ciò che amo e ciò a cui tendo per soddisfare le esigenze di quanti, nel loro accecamento, neppure si accorgono di invitarmi, né più né meno, a far marcia indietro. Lo sappiano bene costoro, ciò che essi vogliono è per me finito, e seguirli sarebbe far violenza a me stesso. [...] Io non vivo nel passato e neppure nell'avvenire. Sono nel presente. Ignoro cosa sarà il domani. Non posso aver coscienza che della mia verità di oggi. Sono chiamato a servire questa verità, e la servo con lucidità piena. p.168

----------

tratto da:
I. Stravinsky - Cronache della mia vita, ed. SE

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Il profano immagina che, per creare, occorra attendere l'ispirazione. E' un errore. Sono ben lungi dal negare l'ispirazione; tutt'altro. [...] Ma questa forza non si dispiega se non quando è posta in azione da uno sforzo, e tale sforzo è il lavoro. p.166

verissimo, non ricordo il nome di chi disse una cosa simile a questa riguardo la poesia e il dolore dilaniante della ricerca del termine, del verso adatto.
Non c'è arte e riuscita senza fatica, anzi, non c'è nullla senza sforzo ;)

Francesco ha detto...

vaal altro che noia, grandissimo!!!!
lettura interessantissima, un altro libro da avere insieme alle memorie ed agli stralci di Erik Sati

grazie ancora della proposta di lettura!

Francesco ha detto...

Satie, ovviamente

Vaaal ha detto...

Gli appunti di Erik Satie sono una cosa eccezionale. Un mondo di idee di un personaggio fuori dalla realtà. Le sto leggendo proprior in questo periodo e approfondendo contemporaneamente le creazioni dei questo pazzo gymnopedista.

post correlati