martedì 22 aprile 2008

Prefatori, Prefazioni, Trappole infide

La peggior razza di gente che utilizza parole per fare del male è quella dei PREFATORI. Ecco in cosa consiste essere prefatori:

1) Bisogna far credere di aver letto il libro in questione almeno una ventina di volte, in tutte le lingue in cui è stato pubblicato. Sarebbe il massimo riuscire ad essere traduttori e prefatori insieme: in tal caso è obbligatorio sprizzare superbia ad ogni frase e sottointendere che il mondo è un posto migliore grazie alla propria tradizione;

2) Bisogna far credere di aver letto tutte le opere pubblicate (e non) dell'autore e citarle in continuazione, alla rinfusa e senza alcun nesso logico, allo scopo di far sentire il lettore ignorante;

3) Bisogna far credere di aver letto tutti gli studi pubblicati (e non) sul libro in questione, citare decine di esperti ma mostrare in ogni caso di aver afferrato il concetto meglio di tutti. Si potrebbe provare ad aggiungere qualcosa di nuovo alle ricerche letterarie sul libro in questione, ma è inutile (ricorda che si parla di prefatori): molto meglio prendere due citazioni, mischiarle insieme e spacciarle come la nuova grande intuizione sul libro in questione;

4) Bisogna dare al lettore una chiave di lettura assolutamente inutile, che anzi dovrebbe sviare il lettore dalla giusta comprensione del testo;

Il punto più importante dell'essere prefatori è però il seguente:

5) DEVI presentare la trama, elencare tutti gli eventi a sorpresa e soprattutto rivelare il finale. La bravura del prefatore sta proprio nell'inserire questi dati in modo da non far capire al lettore che gli si sta rovinando il libro, fino a che questo non sarà arrivato all'ultima frase/trappola (che ad esempio è "il personaggio muore"). Il lettore leggerà il testo/trappola e quando capirà che il piacere della lettura è inevitabilmente compromesso sarà già tardi e non potrà più fare niente, se non sperare di dimenticare le parole/trappola che invece gli si sono per sempre impresse nella mente. In genere, se il prefatore è sufficientemente bravo il lettore, per la frustazione, non inizierà neppure a leggere il libro. Probabilmente lo brucerà e maledirà il prefatore.

memo: SALTARE-TUTTE-LE-PREFAZIONI

6 commenti:

Francesco ha detto...

in altri casi- ne ho uno per le mani sti giorni- si professa da una parte l'amicizia con il ben più famoso -si alle volte è più famoso l'autore che il prefatore- autore, e contemporaneamente si fa capire che senza la propria buona parola il libro non sarebbe stato pubblicato - o magari tradotto.

ora mi tatuo il Memo in qualche posto chiaramente visibile

Vaaal ha detto...

Prefattore e amico dell'autore! Cosa può desiderare un prefattore di più? Che sia prefattore-traduttore e scrittore insieme? La mia mente vacilla nel considerare questa possibilità.

Anonimo ha detto...

interessante, però i prefattori con due T sono più che altro antecedenti dell'illustre macchiaiolo :-) (scusa la pignoleria ma internet È il regno della pignoleria; ti autorizzo a correggermi spietatamente alla prossima occasione)

per il resto, anche la mia personale esperienza di "imbrattatore di pagine" ti dà ragione.
Non ho ancora scritto una prefazione, credo che se mi capitasse di farlo ci andrei molto piano con l'imporre mie chiavi di lettura.
Invece ho avuto qualche riscontro sulla inintellegibilità della prefazione al mio libro (e dunque sul mio poco coraggio all'atto della pubblicazione).
Ho la netta sensazione che più di un lettore abbia dato forfait a metà di essa, evitando anche le liriche.
Credo che la cosa migliore, almeno per la poesia, sia abbracciare quanto prima l'uso della postfazione anziché della prefazione. Nella attesa che lo facciano tutti gli editori (già alcuni lo fanno), sarebbe bene che i lettori li anticipassero e leggessero la prefazione sempre dopo il testo!!! :-)

ciao
R

Vaaal ha detto...

anche io a volte leggo la prefazione solo alla fine, ma altre volte me ne dimentico. E' questi sono i casi in cui te ne ricordi solo quando sei arrivato alle parole/trappola.

ps: La correzione è gradita: il fatto che si dica prefatori e non prefattori mi ha completamente sconvolto. Correggo subito e chiedo scusa a tutti e, sinceramente, me ne vergogno un po'.

Ciao! : )

Andrea Ferrigno ha detto...

per non parlare dei postfatori (sconvolto anch'io dalla scoperta, non so neanche pronunciarlo "prefaTori", sarà il palato meridionale abbituato alle ddoppie)
vedi postfazione a Io sono leggenda, ovvero Come riempire varie pagine senza dire nulla.

Emanuele Marcuccio ha detto...

L'altro ieri ho scritto la prefazione per un'amica poetessa alla sua quinta raccolta di poesie.
Sarà la mia prima vera prefazione, quella che ho scritto per la mia raccolta di poesie, in realtà è una presentazione, di solito la prefazione non la scrive lo stesso autore...

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